La ex preside antimafia del quartiere palermitano dello Zen, Daniela Lo Verde, dovrà affrontare un processo con l’accusa di avere rubato merendine e apparati elettronici riferibili ai ragazzini della sua ex scuola, la Falcone dello Zen. La richiesta di rinvio a giudizio per corruzione e peculato è stata formulata dalla Procura europea dopo il rigetto del patteggiamento da parte del Gip: un anno e dieci mesi era la pena concordata tra i pm e i difensori, ma il giudice aveva ritenuto “non congruo” quanto stabilito, anche con riferimento a un altro degli indagati, l’ex vice della dirigente scolastica, Daniele Agosta. I due avevano risarcito il danno, con 20 mila euro a testa, ma l’eventuale condanna penale, secondo il giudicante, sarebbe stata troppo blanda. Dopo la decisione del Gip non è stato raggiunto un nuovo accordo tra accusa e difesa e per questo i pm Gery Ferrara e Amelia Luise hanno optato per la richiesta di processare Lo Verde e Agosta.
Era stata accolta invece – e la donna è uscita di scena – l’istanza della terza indagata, l’impiegata di un negozio di elettronica, Alessandra Conigliaro. L’udienza preliminare per preside e vice si terrà il 12 giugno. La competenza della Procura europea era scattata perché i due ora imputati si sarebbero appropriati di beni acquistati con fondi Ue.
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