Il Tar di Palermo ha riammesso a un concorso dell’Università di Palermo una candidata, che era stata esclusa perché in una delle prove aveva riportato 19 e non 21, minimo stabilito dalla commissione: in realtà, come dimostrato dagli avvocati Girolamo Rubino e Calogero Marino, il punteggio al di sotto del quale non si deve andare, per essere giudicati idonei, è 18/30.
Il ricorso esaminato dal collegio presieduto da Salvatore Veneziano riguardava una selezione per il centro di orientamento e tutoraggio, nel corso della quale la candidata aveva ottenuto nelle prove scritte 26/30 e 25/30: la bocciatura era arrivata alla prova orale, col voto di 19/30. I legali della giovane hanno dimostrato che il regolamento dei concorsi dell’ateneo del capoluogo siciliano il colloquio si intende superato con 18/30: per questo il collegio ha riammesso in graduatoria la candidata.
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