Sei anni di reclusione per l’accusa di tentato omicidio, lesioni aggravate e porto illegale di coltello in luogo pubblico. È la pena inflitta dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, nei confronti del 25enne favarese Giuseppe Limblici. La pena, già ridotta di un terzo per effetto del rito abbreviato, è inferiore di 2 anni rispetto alla richiesta di pena di 8 anni del procuratore Giovanni Di Leo. L’aggressione sarebbe avvenuta dopo un litigio provocato dagli schiamazzi notturni in occasione della festa di Halloween dello scorso anno. Sei giorni più tardi, ovvero il 7 novembre, le minacce e l’aggressione. Il giovane, per questi fatti, si trova ancora agli arresti domiciliari. Il fratello diciassettenne, secondo la ricostruzione del fatto, dopo avere ricevuto la minaccia di venire investito con l’auto per avere fatto rumore con gli amici, chiama in soccorso Giuseppe Limblici e aggrediscono altri due fratelli: il più grande dei due, in particolare, avrebbe colpito uno dei rivali con un coltello di 17 cm al torace provocandogli un collasso polmonare e una frattura.
La vittima, un quarantacinquenne anch’egli di Favara, si salvò dopo avere rischiato di morire ed essere stato ricoverato in codice rosso. I medici gli hanno messo a referto una prognosi di 40 giorni. Il fratello, di un anno più giovane, sarebbe stato invece aggredito, sempre da Giuseppe Limblici, al volto e alla testa col calcio di una pistola scacciacani (sequestrata nell’abitazione familiare dopo perquisizione) e con un casco. I carabinieri, poche ore dopo il fatto, hanno arrestato Giuseppe Limblici e il fratello che, all’epoca era minorenne e, quindi, sarà processato separatamente.
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