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Concerto radio Italia live al Foro italico di Palermo: mille interventi dei volontari

Promossa la sinergia tra Anpas Sicilia e Radio Italia ma serve più dialogo tra volontariato e istituzioni

Più di mille interventi, non tutti registrati, fatti dalle pubbliche assistenze Anpas Sicilia insieme con le altre associazioni presenti durante il concerto Radio Italia Live al Foro italico di Palermo.

Centomila persone presenti all’evento e nessuna particolare emergenza sanitaria, tanti invece gli svenimenti e gli attacchi di panico dovuti, anche, al poco spazio e al caldo.

“Possiamo considerare proficua la nostra collaborazione con Radio Italia, già sperimentata nel 2019 – fa sapere Lorenzo Colaleo, presidente Anpas Sicilia – i nostri volontari sono stati presenti dalla scorsa settimana mentre veniva montato il palco e resteranno a disposizione finché non sarà smontato. La giornata di ieri ha avuto le sue criticità dovute più alla gestione del maxi evento da parte degli enti preposti. Abbiamo, purtroppo, registrato disagi notevoli per il pubblico e di conseguenza anche il nostro lavoro è triplicato. I nostri volontari e volontarie, che ringraziamo per l’immenso sforzo, si formano periodicamente per affrontare questi eventi e chiediamo che questo venga riconosciuto”.

La circolare sulla sicurezza dei maxi eventi, la così detta “legge Gabrielli”, impone standard molto alti per la gestione di afflussi di persone così grandi. Si registra, però, che molto è mancato: dall’acqua, ai bagni fino anche a un controllo più serrato ai varchi per evitare il sovraffollamento.

Colaleo conclude: “Anpas Sicilia auspica, per i prossimi eventi, che ci auguriamo saranno tanti, un migliore coordinamento tra chi pianifica e chi, poi, si trova a gestire la parte operativa. Senza dimenticare che un volontario si trova a interfacciarsi direttamente con la gente, con le problematiche che ne conseguono: dalla propria incolumità fino alle responsabilità penali durante un soccorso. Noi siamo sempre pronti a esserci nell’interesse della collettività ma le istituzioni ci devono mettere in condizioni di operare in sicurezza”.


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