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Concluse le operazioni di sbarco da un motopeschereccio

Per garantire le condizioni di sicurezza, i migranti sono stati suddivisi in tre mezzi navali con trasbordi effettuati in alto mare

Tre mezzi navali e il motopeschereccio. Alle 6.10 di questa mattina si sono concluse le manovre di attracco di tutti i mezzi coinvolti nel soccorso, a 40 miglia a sud est di Portopalo, a un motopeschereccio sovraccarico di migranti. Ancora presto per avere il conto complessivo delle persone. Rapide le operazioni di sbarco, grazie a un sistema di accoglienza che a Pozzallo da anni funziona su prassi consolidata. In alto mare, a garanzia della sicurezza, è stato alleggerito il carico di migranti per consentire al motopesca di continuare la navigazione in sicurezza, fino al porto di Pozzallo, in convoglio con gli altri mezzi navali.

Prima la Cp 325 con 95 persone a bordo, poi la Cp 323 che trasportava 120 persone. Erano tutte a bordo del motopeschereccio che è attraccato accompagnato da un rimorchiatore, con un nucleo di 73 persone rimaste a bordo, in una barca il cui comando è stato assunto dalla Guardia di finanza.

Manca ancora il numero definitivo – ancora l’ultimo gruppo di persone sta attendendo di sbarcare dal pattugliatore della Guardia di Finanza – anche se, dati alla mano, a bordo del motopeschereccio i migranti non superavano le 400 unità. Stando alle prime informazioni avrebbero trascorso in mare tre giorni prima del soccorso e sarebbero partiti dalla Libia, dalla città di Sirte. Al momento si conoscono solo alcune delle nazionalità di origine: provengono da Bangladesh, Egitto, Siria e Pakistan. Molti disidratati.

Si sono concluse quindi a Pozzallo le operazioni di sbarco degli ultimi migranti messi in salvo ieri sera da un motopeschereccio sovraccarico a 40 miglia a sud est di Portopalo e che a quanto pare, non aveva capacità di manovra – non è chiaro se fosse senza motore o con motore inservibile – ed era senza strumentazione di bordo. In tutto trasportava 378 migranti, tra loro anche un quarantina di minori. Nessuna donna a bordo.

Per garantire le condizioni di sicurezza, i migranti sono stati suddivisi in tre mezzi navali con trasbordi effettuati in alto mare: nel dettaglio la Cp 325 con 95 persone, la Cp 323 con 120 persone, il pattugliatore della Guardia di finanza con 90 a bordo e un contingente residuo di 73 persone rimaste sul motopeschereccio.

Tra le storie emerse, anche quella di un ragazzo che non riusciva a camminare: è stato torturato in Libia, prima della partenza, frustato a sangue sulle piante dei piedi. È stato medicato e trasferito in ospedale. Un altro giovane ha fatto vedere le cicatrici recenti delle frustate alle braccia e alla schiena. Prima del soccorso, hanno trascorso tre giorni e tre notti in mare, con pochissimo cibo e poca acqua. Erano partiti da Sirte.


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