Autorizzare la Regione Siciliana a indire nuovi concorsi per sostituire il cento per cento del personale non dirigenziale andato in pensione dal 2021 in poi. È la richiesta che il presidente della Regione Renato Schifani ha formalizzato, con una nota, al ministro per l’Economia Giancarlo Giorgetti.
Una revisione del precedente accordo Stato-Regione sul blocco delle assunzioni per “rafforzare la capacità amministrativa anche dell’amministrazione regionale siciliana, in linea con le numerose disposizioni adottate dal governo per il rafforzamento delle amministrazioni centrali”.
Nella lettera, Schifani sottolinea come la legislazione regionale e nazionale degli ultimi due decenni sia “stata caratterizzata dal pressoché totale blocco del turnover del personale”, con “progressivi tagli delle dotazioni organiche finalizzati al risanamento strutturale della Regione”.
Un primo, parziale, sblocco del turnover era stato previsto a partire dal 2020, con un limitato ripristino delle facoltà assunzionali. Tuttavia, nell’accordo di gennaio 2021, “sono contenute delle clausole – scrive Schifani – che hanno reso irrisorio il contingente di personale reclutabile, generando difficoltà strutturali e diffuse in tutti i rami dell’amministrazione regionale, chiamata, contestualmente, ad affrontare anche le sfide connesse all’efficace e puntuale utilizzo delle ulteriori ingenti risorse previste dal Pnrr”.
La mancanza di turnover, inoltre, ha quasi azzerato ruoli, come quello del Corpo forestale, “cui competono delicatissime funzioni, di prevenzione e tutela del territorio, che in altre Regioni sono svolte da amministrazioni statali”.
Il presidente della Regione ricorda anche come nel corso del recente confronto finalizzato alla revisione dell’accordo del 2021 “sia stata apprezzata l’ampia disponibilità, manifestata sia a livello politico che tecnico, a rivedere le clausole dello stesso che di fatto hanno impedito e impediscono qualsiasi forma di turnover”.
Per Schifani “le numerose vacanze nelle dotazioni organiche dell’amministrazione regionale, pur ridotte di diverse migliaia di unità in pochi anni, non potranno tuttavia essere colmate, neanche in parte, qualora non si possa procedere, oltre che al turnover al cento per cento del personale che cesserà dal servizio successivamente alla revisione dell’accordo, anche al recupero, ove possibile totale, delle facoltà assunzionali escluse nel triennio 2021-2023 dalle clausole dell’accordo del 2021, cosi come previsto nell’ultima bozza da noi modificata in questa direzione e già inviata agli uffici del ministero”.
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