fbpx

In tendenza

Concorso forestale, parlano gli idonei-regolari: “Annullarlo vuol dire condannare tutti per punirne pochi”

"Malauguratamente, nel 2023 siamo ancora costretti ad assistere inermi a questo orripilante intento di dar seguito al nepotismo, che - in Sicilia, come in tutta Italia - è dura a morire"

Per la prima volta a distanza di alcune settimane dal caso sollevato sul concorso per l’assunzione di 46 Agenti del Corpo forestale della Regione Siciliana, a parlare sono i ragazzi che avevano superato la prova o, che, almeno sono risultati idonei. Lo fanno con una lettera aperta inviata a tutte le redazioni giornalistiche della nostra isola.

Una lettera aperta in cui chiedono a gran voce che l’iter vada avanti ugualmente, punendo solo chi si sarebbe reso responsabile delle irregolarità.

“Siamo un gruppo di ragazzi “ufficiosamente” idonei, ma regolari, al concorso per l’assunzione di “46 Agenti del Corpo Forestale della Regione Sicilia”. Oramai tutta Italia è al corrente delle vicende relative al suddetto concorso; quotidiani nazionali, televisione e persino le radio hanno parlato, discusso e commentato quello che è accaduto prima e dopo la prova scritta. Ci preme segnalare, però, come nessuno – sino ad oggi – ci abbia menzionato o interpellato. Noi che, con sacrificio, studio e perseveranza, abbiamo ottenuto quella tanto desiderata idoneità . Noi che, per ironia della sorte, stiamo vedendo un nostro sogno andare in fumo.

Malauguratamente, nel 2023 siamo ancora costretti ad assistere inermi a questo orripilante intento di dar seguito al nepotismo, che – in Sicilia, come in tutta Italia – è dura a morire. Tralasciando tutte le evidenze sulla necessità di nuove figure in questo corpo, soprattutto dimostrate dai numerosi roghi annuali, siamo fermamente convinti che l’annullamento del concorso significherebbe condannare tutti per punirne pochi. Un atto deplorevole che non accettiamo in silenzio, poiché ci rimetterebbero solo quei ragazzi che, come noi, hanno ottenuto una onesta e sudata “idoneità “. Annullare il concorso significherebbe perdere la fiducia in uno Stato e in una Legge che dovrebbe difendere gli onesti. Significherebbe, inoltre, dare una seconda possibilità a chi non è stato in grado, in un primo tentativo, nel raggiungimento del punteggio minimo, chiaramente non dovuto da eventuali favoritismi; allo stesso tempo, ricordando che il risultato di un test non è dovuto solamente ad un fattore di conoscenza e cultura, ma anche a fattori psico-fisici dovuti all’evento in corso e semplice fortuna, un idoneo sarebbe svantaggiato dalla possibilità di un non superamento della prova o un peggior punteggio.

Ci e Vi chiediamo, quindi, come sia possibile far pagare tutti noi per le responsabilità di qualcuno, già ben noto, responsabile o beneficiario di eventuali brogli e abusi. Come può, per precisa responsabilità di qualche personaggio, svanire un’opportunità così grande. Carte alla mano, ad oggi, in Italia, sono decine i casi di concorsi truccati dove a pagare sono stati solo i “responsabili” , non tutti quei giovani innocenti come lo siamo noi adesso. In aggiunta, dato lo scalpore di tale evento, sono state molte le informazioni date ogni giorno. Non sempre, però, queste sono state corrette o verificate.

Si è parlato, ad esempio, di un quesito caratterizzato da sole opzioni di risposta errate al quale, tuttavia, un candidato in particolare avrebbe risposto in maniera esatta. La notizia in questione è falsa, in quanto la domanda è stata somministrata in una giornata differente da quella durante la quale il candidato ha svolto la prova. Vogliamo altresì sottolineare che i quesiti errati sono stati annullati e la correzione della prova è stata svolta riparametrando i punteggi su un totale di 59 quesiti anziché 60. Data quest’ultima informazione, si deduce che era certamente possibile per tutti ottenere il massimo punteggio (30). Auspichiamo che la Legge faccia il suo corso sulle persone responsabili di eventuali illeciti. Ci auguriamo altresì che ci sia un’adeguata tutela verso noi che abbiamo agito in maniera onesta e che non meritiamo una conclusione anticipata e ingiusta delle prove”.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni