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Concorsopoli ad Alcamo, dai 3.500 ai 5mila euro per un posto in Polizia o nei Vigili del Fuoco

Secondo gli investigatori, dietro un'apparente scuola di preparazione ai concorsi si nascondeva "un vero e proprio meccanismo di collocamento nella pubblica amministrazione", grazie anche a contatti "con soggetti che rivestivano ruoli essenziali nelle procedure concorsuali in vari corpi dello Stato"

Si pagavano fino a 3.500 euro a candidato per un posto nei vigili del fuoco e 5mila nella polizia. Eccola “Concorsopoli”, la cittadella delle raccomandazioni. Ad Alcamo funzionava un collaudato sistema di segnalazioni, “sponsor” e mazzette. Sono stati i carabinieri della Compagnia alcamese a eseguire le 14 misure messe dal gip di Trapani, su richiesta della procura: una in carcere, tre ai domiciliari e 10 obblighi di dimora per i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, traffico di influenze illecite e abuso d’ufficio.

L’indagine, avviata nel giugno 2020, ha preso le mosse dai riscontri investigativi acquisiti dalla Sezione Forestale della procura di Trapani su presunti episodi di corruzione per il superamento delle prove d’esame, svolte tra il 2017 e il 2018, di alcuni concorsi pubblici.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Giuseppe Pipitone, direttore ginnico sportivo e vice dirigente del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, sfruttando le conoscenze nelle amministrazione pubbliche e il fatto di essere stato nominato in una delle sottocommissioni d’esame per le prove psico-motorie, si sarebbe impegnato a “sponsorizzare” alcuni candidati nelle diverse prove concorsuali, nonché a preparare fisicamente gli stessi, a fronte della promessa e successiva consegna di denaro: fino a 3.500 euro a candidato per un posto nei vigili del fuoco e 5mila euro nella polizia.

Pipitone (destinatario della misura restrittiva in carcere) secondo chi indaga avrebbe nascosto dietro un’apparente scuola di preparazione per concorsi, “un vero e proprio meccanismo di collocamento nella pubblica amministrazione”, avvalendosi, spiega chi indaga, dei propri contatti “con soggetti che rivestivano ruoli essenziali nelle procedure concorsuali in vari corpi dello Stato”, a partire da quello di appartenenza.

Tra coloro che, a vario titolo, avrebbero contribuito a falsare i concorsi, risultano complessivamente 10 dipendenti di diversi Corpi dello Stato, tra cui un ispettore dei vigili del fuoco (poi sospeso dal servizio per altro procedimento analogo iscritto alla procura di Benevento), due poliziotti (sottoposti alle misure cautelari degli arresti domiciliari e dell’obbligo di dimora dai colleghi della Squadra mobile di Trapani) e gli stessi presunti corruttori, risultati vincitori di concorso grazie alle raccomandazioni.

Le indagini non si fermano, spiegano i carabinieri, e proseguono per raccogliere ulteriori riscontri investigativi.

In carcere è finito Giuseppe Pipitone, 54 anni, di Alcamo. Agli arresti domiciliari Vincenzo Faraci, 47 anni di Alcamo; Filippo Alessandro Lupo, 59 anni, di Marettimo; Francesco Renda, 26 anni, di Alcamo.

Obbligo di dimora per Vittorio Costantino, 53 anni, di Palermo; Roberto Di Gaetano, 21 anni, Mauro Parrino, 29 anni, Antonino Pirrone, 24 anni, Davide Castrogiovanni, 26 anni, Alessio La Colla, 28 anni, tutti di Alcamo; Silvia Pisciotta, 31 anni, di Erice; Giacomo Rizzotto, 29 anni, di Salemi; Mattia Turin, 26 anni, di Dolo (Ve); e Andrea Doretto, 31 anni, di San Donà di Piave (Ve).


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