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Corruzione elettorale: assolto candidato sindaco di Palermo

I fatti risalgono alle elezioni regionali 2012. L'ipotesi contestata era quella di uno scambio di voti con cibo per i poveri

Il candidato sindaco di Palermo Francesco Cascio, di Forza Italia, è stato assolto assieme ad altre quattro persone, perché il fatto non sussiste, dall’accusa di corruzione elettorale. I fatti risalgono alle elezioni regionali 2012. L’ipotesi contestata era quella di uno scambio di voti con cibo per i poveri. Cascio, che era stato assessore regionale e presidente dell’Assemblea siciliana, era assistito dagli avvocati Enrico Sanseverino, Roberto Mangano e Vincenzo Maria Giacona. Il giudice monocratico della terza sezione del tribunale di Palermo, Fabrizio Lo Forte, su richiesta dei difensori, è entrato nel merito nonostante il reato fosse già prescritto. Le indagini risalgono al 2013.

Assieme a Francesco Cascio sono stati scagionati l’ex senatore Marcello Gualdani, l’ex consigliere della Quarta circoscrizione Luigi Mazzagreco e poi Salvatore Ficarotta, Luciano Virzì, Pietro Lo Casto e Filippo Fazzone. Gli altri imputati del processo per corruzione elettorale erano assistiti dagli avvocati Luciano Maria Sarpi, Salvatore Ferrante, Corrado Sinatra, Paolo De Simone Policarpo, Claudio Gallina Montana, Mauro Torti e Corrado Nicolaci. L’inchiesta riguardava lo scambio di pacchi di pasta destinati ai poveri con voti, che in questo modo sarebbero stati comprati. L’indagine era partita da verifiche sullo spaccio di droga al Villaggio Santa Rosalia. Dalle intercettazioni telefoniche vennero fuori sorprese, riguardanti gli scambi che sarebbero stati fatti per le elezioni regionali del 2012. Nonostante la prescrizione il giudice Fabrizio Lo Forte è entrato nel merito, scagionando tutti perché il fatto non sussiste.


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