Assolto perché il fatto non sussiste. La Terza sezione della Corte d’Appello di Catania (Fallone presidente, relatore Gennaro, Ferlito componente) ha ribaltato la sentenza di primo grado, e dopo quattro ore di camera di consiglio ha assolto l’ex sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato dall’accusa di corruzione elettorale.
Il Procuratore generale, Nicolò Marino, aveva chiesto la conferma della condanna inflitta in primo grado (Moscato era stato condannato con rito abbreviato a 1 anno e 4 mesi di reclusione per corruzione elettorale oltre alla sospensione del diritto elettorale e di eleggibilità per 5 anni e alla sospensione dai pubblici uffici per 2 anni).
I difensori di Moscato, gli avvocati Enrico Trantino e Carlo Pietrarossi, avevano sottolineato che nella contestazione dei fatti, ovvero della stabilizzazione di alcuni dipendenti della società che si occupava di igiene ambientale, “nessuna coartazione di libertà, e nessuna promessa di posti di lavoro venne fatta da Moscato. La Corte ha ritenuto valido quanto esposto pronunciando sentenza di assoluzione con la formula più ampia” commenta l’avvocato Pietrarossi.
L’inchiesta denominata Exit Poll, e che riguardava presunte connivenze tra politica e mafia a Vittoria nel corso delle elezioni Amministrative del 2016 nell’ambito della quale Moscato scelse il rito abbreviato, portò al rinvio a giudizio assieme ad altre 7 persone, anche di un altro ex sindaco, Giuseppe Nicosia con ipotesi accusatorie che riguardavano il voto di scambio politico mafioso. A giugno del 2023, tutti gli imputati a processo con rito ordinario, vennero assolti con la formula del “perché il fatto non sussiste”.
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