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Corte dei conti, per la Sicilia un ricco Pnrr. Zingale: “Attenti a mafia e inerzia Pa”

Circa il 10% delle risorse complessive andranno alla Sicilia

Ammonta a 72,84 miliardi di euro il totale delle risorse finora assegnate in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Circa il 10% di queste andranno alla Sicilia. Emerge dai dati presenti al 17 febbraio 2023 in Regis, il sistema sviluppato dalla Ragioneria generale dello Stato per il monitoraggio e la rendicontazione dei progetti Pnrr.

Si tratta di “importi rilevantissimi”, afferma il procuratore regionale della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, Pino Zingale, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, che,” oltre ad attrarre, come è quasi naturale, l’interesse della criminalità organizzata, potrebbero anche fallire l’obiettivo se non tempestivamente impiegati, attesi i termini rigorosi imposti dall’Unione europea per il loro concreto utilizzo”.

Così, avverte Zingale, “è necessario che le varie amministrazioni si sappiano attrezzare adeguatamente dal punto di vista operativo e delle risorse umane e professionali dedicate, evitando di accampare la ricorrente giustificazione della paura della firma che, in presenza dell’attuale disciplina, dichiaratamente (e realmente, si spera) transitoria, che prevede la perseguibilità dei danni erariali solo in caso di dolo, per le ipotesi di comportamenti commissivi, e di colpa grave per quelli omissivi, dovrebbe stimolare al fare piuttosto che all’inerzia”.

Citando il procuratore generale della Corte dei conti, Zingale ha ribadito che “la cosiddetta paura della firma, sia piuttosto ‘fuga’ dalla firma, cioè timore o più spesso incapacità di assumersi responsabilità, una incapacità alle cui radici bisognerebbe andare”.

Ma “la soluzione non può essere quella di abbassare al di sotto di un certo livello lo standard di diligenza che si deve comunque esigere dal pubblico funzionario”.

Viene segnalato al riguardo che, finora, non sono pervenute a questa Procura significative segnalazioni in ordine ad eventuali illeciti riconducibili ai fondi del Pnrr. Di particolare rilievo l’attività di controllo concomitante che “sarà svolta, a livello centrale, dall’apposita sezione di controllo, che si concentrerà su digitalizzazione, transizione ecologica, inclusione sociale, salute, istruzione e ricerca, innovazione, sport e infrastrutture”.

Saranno oltre 120 gli interventi legati al Pnnr esaminati dalla Sezione entro i prossimi tre anni, con una media di 30 all’anno riferita al quadriennio 2022-2025: “Mi sia consentito di esprimere l’auspicio che per nessuno dei progetti predisposti si realizzino i presupposti per una segnalazione di danno alla procura siciliana, e ciò lo dico nell’esclusivo interesse della nostra Regione e dei suoi cittadini, perché questo significherà che i fondi sono stati utilizzati in conformità alla legge e con criteri di efficienza ed efficacia. Un’ultima considerazione sulle principali tipologie di danno emerse e perseguite nel 2022”.

Depositati 88 inviti a dedurre, per un importo complessivo di presunto danno erariale di 60.745.636 euro, rispetto ai 107 del 2021.

Sempre nel 2022 sono state convenute 214 persone per un danno complessivo di euro 21.447.033, nelle 82 citazioni depositate, rispetto alle 100 del 2021. Emerge dalla relazione del procuratore regionale della sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione siciliana, Pino Zingale, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.

Dall’analisi di tutte le sentenze depositate in materia di responsabilità amministrativa, definite con rito ordinario nel 2022, si registra un importo complessivo di condanna di 17.256.931 euro, a fronte di una richiesta risarcitoria di 32.514.242, con un rapporto percentuale del 53% tra domanda e riconoscimento giudiziale.

Le sentenze della Sezione di appello in materia di responsabilità amministrativa pubblicate hanno accertato un complessivo danno erariale di 4.453.664 euro e la prospettazione accusatoria risulta giudizialmente confermata in una percentuale del 68%.

Sebbene l’Ufficio nel 2022 continui a dover registrare una sensibile scopertura di organico di magistrati (42%), sottolinea il procuratore Zingale, e la quasi totalità dei magistrati abbia pochi anni di servizio, “risultano sostanzialmente raggiunti gli obiettivi programmatici organizzativi e di produttività quantitativa e qualitativa prefissatisi!. Le citazioni depositate sono passate da 100 a 82 e, in ogni caso, a livello nazionale, i risultati raggiunti nel 2022 dalla Procura siciliana !appaiono meritevoli di considerazione, non solo su un piano numerico ma anche qualitativo”.

A fronte di 10.790 segnalazioni di danno pervenute nel 2022, sono state aperte 1.032 istruttorie, “invertendo un trend registrato negli anni precedenti a seguito di pur legittime opzioni operative, scaturite dalla necessità di rendere compatibile la scopertura di organico magistratuale con una scelta di predilezione dell’efficacia dell’intervento del pubblico ministero, rispetto ad un approccio, definito burocratico, di gestione dell’Ufficio che avrebbe, invece, giustificato l’apertura di un numero sensibilmente più alto di istruttorie”.

L’attuale organico di magistratura della procura siciliana, anche quello di diritto, è “oggettivamente inadeguato alla quantità e qualità di domanda di giustizia di cui l’Ufficio viene investito dall’ampio e notoriamente delicato territorio di competenza”.

Negli ultimi anni è sempre più diventato difficile coprire tutti i posti messi a concorso, “a causa non solo dell’oggettiva complessità delle prove concorsuali, tipiche di una magistratura superiore come quella contabile, ma anche di un progressivo scadimento qualitativo dei partecipanti la cui formazione, fin dall’università, è apparsa non perfettamente in linea con il livello professionale richiesto nella nostra e nelle altre magistrature”.

Probabilmente gli atenei, conclude Zingale, “dovrebbero meglio calibrare l’offerta formativa per coloro che intendessero proiettare il proprio interesse lavorativo nei settori elettivi della magistratura contabile, a fronte di una materia, quella della contabilità pubblica, e di una magistratura, quella contabile, rispettivamente sempre più complessa e trasversale, la prima, e molto più diversificata nei suoi compiti e nel bagaglio professionale richiesto, la seconda”.

Complessivamente nel 2022 la Sezione giurisdizionale della procura della Corte dei conti in Sicilia ha avviato 55 istruttorie in tema di contributi pubblici (5% del totale), 22 in tema di contrattualistica pubblica (2%), e 91 in tema di reati contro la pubblica amministrazione (9%).

Questo il bilancio dell’attività svolta nel corso dello scorso anno da parte della magistratura contabile dal procuratore regionale della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, Pino Zingale, in occasione della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario della sezione giurisdizionale della Corte dei conti in Sicilia nell’aula Magna dello Steri di Palermo.

Gran parte delle istruttorie rimanenti si riferiscono, poi, a debiti fuori bilancio (10%) e giudizi di equa riparazione (23%), mala sanità (6%), gestione del personale (5%), oltre che, da ultimo, l’illecita percezione del reddito di cittadinanza (3%), sui quali, 16 però, oltre a perseguire l’indebito percettore occorrerà approfondire eventuali profili di omesso controllo e vigilanza da parte dei soggetti preposti a tale attività.

“In un momento come quello attuale nel quale, per far fronte alla perdurante crisi economica, si impone la massima oculatezza nella gestione delle pubbliche finanze e, in particolare, di quelle previste dal Pnrr” – ha detto il presidente regionale della sezione giurisdizionale della Corte de conti, Vincenzo Lo Presti, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, nell’aula Magna dello Steri di Palermo.

“Da più parti – ha proseguito – è stato detto che la ‘paura della firma’ rallenta l’azione amministrativa e che, quindi, limitando o eliminando la responsabilità del pubblico funzionario, l’Amministrazione ne guadagnerebbe in efficienza, a vantaggio della collettività. Permettetemi di dire che non sono d’accordo. Nella gestione delle risorse pubbliche, occorre coniugare la celerità dell’azione amministrativa con il rispetto della legge e dei principi di economicità ed efficienza”, ha proseguito. “


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