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Cos’è il Ros: 32 anni di blitz e arresti eccellenti

Il Raggruppamento operativo speciale è nato il 3 dicembre del 1990 da una preesistente struttura anticrimine dell’Arma, quel "Nucleo Scintilla" di sole 40 unità scelte, voluto dal generale Carlo Alberto dalla Chiesa

Da Totò Riina a Matteo Messina Denaro passando per Giuseppe Morabito, Paulo Di Lauro, Pasquale Condello, Gerlandino Messina e altri. È un storia costellata di “scalpi” eccellenti quella dei Carabinieri del Raggruppamento operativo speciale, nato il 3 dicembre del 1990 da una preesistente struttura anticrimine dell’Arma, quel “Nucleo Scintilla” di sole 40 unità scelte, voluto dal generale Carlo Alberto dalla Chiesa: era l’epoca degli anni di piombo e della “notte della Repubblica” che nel 1978 culminò tragicamente nel sequestro e nell’omicidio di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana. Una struttura capace di imporsi in breve tempo per la novità del metodo investigativo, incentrato sull’approccio sistemico alle matrici criminali e alle rispettive organizzazioni più che sul raggiungimento di successi parziali, per quanto importanti: i risultati ottenuti nella lotta a gruppi come le Brigate Rosse, Prima Linea e i Nuclei Armati Rivoluzionari spinsero ad allargare quel metodo nel contrasto a qualsiasi forma di criminalità organizzata.

Il Ros è articolato su una struttura centrale e una periferica ed è comandato da un generale di Divisione o di Brigata, che si avvale del vice comandante, col grado di colonnello.

Alle dirette dipendenze del comandante del Ros operano, con competenza nazionale, quattro reparti: il Reparto Antiterrorismo, che definisce “il quadro della minaccia eversiva e terroristica” assumendo la direzione delle indagini “nei casi di preminente rilevanza anche internazionale”; il Reparto Indagini Tecniche, che garantisce la ricerca e la sperimentazione delle attrezzature per le investigazioni; il Reparto Indagini Telematiche, istituito nel febbraio 2015, che rappresenta il “polo centrale” di riferimento per l’Arma nel contrasto alla criminalità informatica e nello studio e sperimentazione delle tecnologie online; il Reparto Crimini Violenti, istituito nel 2012, che assicura il potenziamento delle capacità investigative e di intervento in occasione di crimini particolarmente efferati e nei casi in cui la scomparsa di persone può essere correlata ad un crimine.

Alle dirette dipendenze del vice comandante, oltre che le articolazioni periferiche sono posti i tre Reparti del Servizio centrale di polizia giudiziaria: il I Reparto Investigativo, specializzato nelle indagini in materia di criminalità organizzata di tipo mafioso e nella cattura dei latitanti di massima pericolosità; il II Reparto Investigativo, che indaga su traffico di armi e sostanze stupefacenti, sequestri di persona, riciclaggio, criminalità multietnica e tratta di esseri umani; il III Reparto Analisi, che svolge attività di analisi e ricerca operativa sulle manifestazioni della criminalità organizzata, mantenendo i rapporti con organismi nazionali ed esteri che si occupano di studio ed analisi dei fenomeni criminali.

La struttura anticrimine periferica è articolata in 8 Reparti Anticrimine (Torino, Milano, Roma, Bari, Napoli, Catanzaro, Reggio Calabria e Palermo) e 18 Sezioni Anticrimine, collocati in sede di procure distrettuali antimafia e antiterrorismo più 3 Nuclei a Livorno, Nuoro e Foggia.


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