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Covid. Caos nelle scuole e tra i Comuni. Affondo di sindacati e politica: “situazione fuori controllo, Dad indispensabile”

"Di fronte alla vertiginosa escalation dei contagi, il rientro in classe previsto per lunedì è quantomeno un azzardo"

“I numeri parlano chiaro: la situazione pandemica in Sicilia, così come in tante altre regioni italiane, è ormai fuori controllo e non siamo nemmeno vicini al picco che si aspetta per metà mese. Il sistema sanitario è al collasso, numerosi comuni sono in rosso o in arancione e il numero dei lavoratori positivi o posti in quarantena è elevatissimo in tutti i settori, compresi quelli nevralgici o collegati alla scuola. Ci appelliamo al Governo Musumeci e ai sindaci di tutta l’Isola: è necessario ripristinare, almeno per gennaio e dove possibile, lo smart working nel pubblico e nel privato e prevedere su esplicita richiesta e in modo volontario la dad nel mondo della scuola, anche tenendo conto delle esigenze dei genitori che lavorano e non hanno più i congedi previsti nella prima ondata. Il rischio è che da lunedì la scuola e in generale tutti i servizi partano azzoppati o si trasformino in pericolosi focolai, siamo pronti a chiamare a risponderne nelle sedi opportune chi si mostrerà sordo a questo appello”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca, Gianluca Colombino e Nicola Scaglione della Cisal. Ma non sono gli unici a guardare con apprensione l’aumento dei contagi.

“Il sistema sanitario è saltato rispetto al tracciamento e ai dati reali sui contagi. A due giorni dalla riapertura delle scuole stiamo vivendo la stessa identica situazione di incertezze dell’anno passato, in cui è evidente la responsabilità del Governo regionale e dell’apparato burocratico che, di fronte all’emergenza più volte annunciata, non ha fatto nulla sia dal punto di vista della prevenzione sia dal punto di visto organizzativo. Il Partito Democratico è da sempre a favore dell’attività didattica in presenza. Ma è altrettanto vero che, di fronte alla vertiginosa escalation dei contagi, il rientro in classe previsto per lunedì è quantomeno un azzardo”. Lo dice il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, dopo una una lunga e partecipata riunione convocata d’urgenza ieri sera con il dipartimento “Scuola”, guidato da Caterina Altamore, a cui hanno preso parte anche il capogruppo PD all’Ars, Giuseppe Lupo, i deputati regionali Antonello Cracolici, Michele Catanzaro e Nello Dipasquale, il presidente della direzione regionale del PD, Antonio Ferrante, i segretari delle federazioni provinciali, tanti iscritti che gravitano nel mondo della scuola. La riunione è stata allargata a numerosi sindaci dei comuni siciliani. Proprio i primi cittadini hanno messo in evidenza di essere stati lasciati soli a gestire l’emergenza, costretti tra il rispetto della norma nazionale che prevede l’apertura delle scuole e il varo di ordinanze di rinvio delle lezioni a causa dell’aumento dei contagi.

“Di fronte alle inefficienze del sistema sanitario siciliano – dice Barbagallo – non possiamo lasciare ancora una volta la responsabilità in mano ai sindaci, come sempre da soli in prima linea. Assistiamo ancora una volta al fallimento politico del governo regionale: il sistema di tracciamento in tilt, il personale medico sotto stress, le Usca sottodimensionate, assenza di tamponi e reagenti, mancata consegna di mascherine ffp2 nelle scuole, assenza di controlli per quanto riguarda il servizio di trasporto pubblico locale per garantire gli spostamenti in sicurezza agli studenti. Nulla è stato fatto – prosegue Barbagallo – per risolvere questi che sono problemi prevedibili e più volte sottolineati ma su cui Musumeci e Razza hanno fatto orecchie da mercante. Alla luce di tutto questo il PD Sicilia chiede che il governo della Regione, con un minimo di lucidità e ragionevolezza, posticipi la ripresa delle lezioni in presenza mettendo in atto da subito soluzioni immediate che consentano alle questioni che abbiamo sottolineato nel corso della riunione, al fine di garantire una vero ritorno in sicurezza nelle scuole”.

Immediata la replica dell’assessore regionale alla salute, Ruggero Razza: “Pensavo che il Pd fosse un partito con un minimo di cultura di governo. Leggere la nota sul tracciamento saltato, come fosse responsabilità di chi governa e non della straordinaria portata della variante in ogni Regione italiana, rappresenta l’esatto contrario di quello che sostengono tutti i governatori del Pd, assieme a quelli del centrodestra. Questo Paese diventerà maturo quando la propaganda di parte, almeno in tempo di emergenza, cederà il posto al buon senso. Ricordo a Barbagallo che il Pd è al governo nazionale e che ha votato proprio le norme che, sulle scuole, stanno facendo saltare in aria tutti i sindaci, i presidi e le famiglie. Consiglierei prudenza nella foga dichiaratoria, anche in questa situazione”.

I sindaci del Siracusano hanno firmato le ordinanze che dispongono la chiusura delle scuole dell’obbligo dal 10 al 19 gennaio. La decisione è stata presa nella serata di ieri al termine di un vertice con l’Asp che ha confermato i dati allarmanti sul contagio su scala provinciale. Nel capoluogo, come indicato dall’Asp, si è evidenziato ” il superamento della soglia di incidenza cumulativa settimanale del 3 gennaio 2022 ed in particolare : ”…. Siracusa 473/100000″ si legge nell’ordinanza del sindaco di Siracusa. Molti primi cittadini hanno deciso di lasciare aperti gli asili nido, dove non c’è l’obbligo della frequenza, lasciando alle famiglie la facoltà di decidere se accompagnare i propri figli. “Le scuole sono chiuse da 21 giorni, per cui non possiamo di certo dire – spiega il sindaco di Avola, Luca Cannata – che hanno dato un contributo all’espansione del contagio. In merito alla situazione dei positivi, ad Avola ne contiamo 610 ma sono solo 13 quelli nella fascia di età dai 0 ai 13 anni”. Sono 17 i Comuni del Siracusano, tra cui il capoluogo, che sono entrati in zona arancione, come disposto dal provvedimento del presidente della Regione.

Oltre 600 casi di positività al covid 19 rilevati in una sola giornata nel Ragusano. I positivi erano complessivamente 4293 il 6 gennaio contro i 4963 di ieri. Erano 53 i ricoverati, 41 Giovanni Paolo II di Ragusa (3 in terapia intensiva), 12 al Guzzardi di Vittoria e aumenta la preoccupazione in vista della riapertura delle scuole. Tre sindaci dei 12 comuni iblei hanno assunto provvedimenti. A Ispica, il primo cittadino Innocenzo Leontini preannuncia la chiusura delle scuole per tutta la prossima settimana mentre i colleghi di Modica e Vittoria, Ignazio Abbate e Francesco Aiello terranno al momento le scuole chiuse fino al 12 per sanificazione.

“La preminenza della variante Omicron che, per la sua altissima contagiosità, sta facendo aumentare esponenzialmente i casi di Covid-19 soprattutto tra la popolazione in età scolastica, impone in Sicilia un rinvio della data di ripresa delle lezioni oltre la pausa delle festività”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana. “Rientra  – aggiunge – nelle competenze della Regione e dell’assessore all’Istruzione modificare il calendario scolastico, facendo salvi i duecento giorni di lezione previsti per legge. Condivido l’appello dei sindaci siciliani e dei dirigenti scolastici e ritengo che le lezioni in presenza vadano rinviate almeno all’1 febbraio con un recupero dei giorni saltati già a Pasqua, limitando i giorni di vacanza solo alla domenica ed alla pasquetta, e recuperando ulteriormente a giugno con un prolungamento delle lezioni per qualche settimana. Questa eventuale modifica del calendario preserva gli alunni dalla diffusione del contagio, atteso che la fascia di età ricompresa tra coloro che frequentano le scuole del primo ciclo dell’istruzione (infanzia, primaria e media) è quella attualmente più colpita dal Covid-19 ed anche la meno vaccinata”.

A due giorni dalla riapertura delle scuole si moltiplicano anche in Sicilia gli appelli al rinvio della didattica in presenza, in attesa del miglioramento della situazione sanitaria. D’altra parte, i dirigenti scolastici sono in difficoltà, a seguito sia della mancata conoscenza dello stato vaccinale degli alunni, avendo il garante privacy escluso la possibilità di richiedere dette informazioni, che dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni sulle FfP2. L’obbligo delle mascherine Ffp2 nelle classi, infatti, ne impone la distribuzione nelle scuole, che, però, al momento non ne posseggono. Le stesse strutture sanitarie sono ormai sature; dunque, secondo il Codacons, non rimane che disporre la dad per alcune settimane, sino al superamento del picco dei contagi: “non si dovrebbe, come ha fatto il presidente Musumeci, demandare la scelta della chiusura ai sindaci delle zone rosse o arancioni, perché così si otterrà una Sicilia disomogenea, con Comuni in dad e altri no. È chiaro che per limitare i contagi è più opportuno un provvedimento generalizzato, che disponga per l’intera isola la chiusura delle scuole”. Per questo il vicepresidente regionale Bruno Messina  rivolge al Presidente della Regione Siciliana l’appello ad emettere un’ordinanza che sospenda le lezioni in presenza in tutta la Sicilia.

“Non lasciare sole le famiglie che hanno alunni con fragilità e assicurare loro la presenza degli operatori per l’assistenza igienico-personale e alla comunicazione (Asacom), anche in caso di didattica a distanza dovuta al Covid”: lo chiede la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Roberta Schillaci, componente della V commissione Cultura, Formazione e Lavoro all’Ars, che ha inviato una nota agli assessori regionali della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro ( Scavone), dell’Istruzione e della formazione professionale (Lagalla) e delle Autonomie locali e della funzione pubblica (Zambuto).  “Non possiamo arrivare impreparati di fronte a questa possibile evenienza e va organizzato sin da subito un tavolo di coordinamento fra gli attori principali, per evitare che la didattica a distanza, qualora venisse attivata in alcune zone con restrizioni, non ricada sempre sulle spalle delle famiglie. Bisogna agire con tempestività per non trovarsi poi scoperti. Proprio oggi in commissione Bilancio, durante l’esame dell’esercizio provvisorio, sono state aumentate le somme necessarie per assicurare i servizi di assistenza agli studenti con disabilità delle scuole siciliane, per scongiurare che si arrivi alla fine dell’anno senza le risorse necessarie. Prendiamoci cura delle famiglie, garantendo agli alunni i medesimi livelli di assistenza, anche nell’ipotesi in cui le attività didattiche, a causa dell’emergenza Covid, non possano svolgersi in classe, ma in casa”.

Il Coordinamento Regionale delle Consulte Provinciali studentesche della regione Sicilia intende, inoltre, mettere la popolazione studentesca tutta, esprimendo particolare vicinanza ai dirigenti scolastici, ai docenti e al personale scolastico più in generale, al corrente degli sviluppi riguardanti la spiacevole situazione in merito alla riapertura delle scuole in presenza e delle posizioni prese dallo stesso Co.R. a riguardo. Ecco la nota: “Nei primi giorni del mese corrente, è subito entrata in discussione la manovra, da molti giudicata azzardata, che vedeva la riapertura delle scuole in presenza, prevista inizialmente nella giornata del 07/01/2022, nonostante l’innalzamento regolare della curva epidemiologica in tutta Italia dovuto alla circolazione sempre maggiore della variante Omicron, scientificamente definita come molto aggressiva e di facile diffusione. Alla luce di ciò, al termine di una riunione informale, la maggioranza dei Presidenti Provinciali delle Consulte degli Studenti ha avanzato delle richieste scritte alle proprie Prefetture in maniera tale da riuscire a raggiungere un obiettivo comunemente prefissato: uno slittamento del rientro in presenza a data da destinarsi, previa screening massivo della popolazione studentesca seguito da altri monitoraggi periodici. Tutto ciò, d’altronde, viene contemplato nel D-L 23/12/2022 n.221 all’articolo 13 comma 1 e assicurerebbe un rientro in presenza sicuro, sostenibile e duraturo. Le ASP, però, si trovano purtroppo ad affrontare un periodo di forte stress e non sono sicuramente in grado, allo stato attuale, di effettuare tutti i test anti-Covid necessari, che d’altronde sarebbero impossibili da somministrare e processare in tempi utili ad un imminente rientro in presenza, fissato poi dal Presidente della Regione Siciliana per il giorno 10/12/2022 e tuttora invariato. Teniamo a precisare inoltre come ciascuna di queste richieste sia stata presentata con un decente anticipo, e come le Prefetture siano state contattate anche telefonicamente, senza però quasi mai fornire risposte esaustive di alcun tipo.

La crescita del numero dei contagi continua, e ad oggi 42 Comuni nelle Province di Siracusa, Enna, Agrigento e Caltanissetta si trovano in zona arancione fino al 19 di questo mese (mentre in provincia di Catania si trova in zona arancione fino al 12 gennaio il Comune di Gravina). Ciò, comunque, non vuol di certo dire che il resto della Sicilia goda di una situazione migliore: sul web si vedono le immagini più che eloquenti dell’ospedale Cervello di Palermo, ormai saturo, e nell’agrigentino i posti letto in ospedale destinati ai pazienti Covid sono ridottissimi, per non parlare della carenza generalizzata di tamponi in tutta la Sicilia. Per il rientro a scuola, invece, il territorio risulta diviso tra i comuni in zona arancione, che godono della possibilità di chiusura delle scuole o dell’inizio delle lezioni in DAD, e i restanti territori in zona gialla, al momento forzati ad un rientro tutt’altro che sicuro. Nonostante ciò, i sindaci di diversi comuni che si trovano in zona gialla (chissà ancora per quanto) hanno richiesto la possibilità di rimandare l’inizio delle scuole al 15 di gennaio, ritenendo assolutamente necessario lo screening precedente al rientro (tesi sostenuta in generale anche dai dirigenti scolastici), vista la già preoccupante situazione dei contagi.

Dunque è proprio un previdente posticipo ad essere l’alternativa più gettonata, e forse anche l’unica a garantire un’effettiva sicurezza agli alunni, ai docenti ma più in generale a tutti i cittadini: la scuola è infatti comunque un luogo di incontro per migliaia di studenti, ed anche i mezzi di trasporto regolarmente utilizzati dall’importante mole di pendolari per raggiungere le proprie scuole possono diventare veicolo di trasmissione per il virus, che già circola ormai incontrollato nella nostra Regione come in tutta Italia. Confidiamo comunque nell’operato delle istituzioni, sperando che il pericolo non venga ignorato con scelte azzardate, e rinnoviamo la disponibilità totale e duratura al dialogo, soprattutto se di confronto e volto alla risoluzione di problemi che riguardano noi come studenti in prima persona. Il dubbio imperversa in queste ore che ci separano ancora da una risposta esaustiva, e decine di migliaia di persone attendono ancora che una delle decisioni che condizioneranno il proseguimento dell’anno scolastico.

Speriamo, inoltre, che l’attivazione della D.A.D. nei comuni della Regione sopracitati possa essere sfruttata al meglio per organizzare una campagna screening efficiente e la distribuzione di mascherine FFP2 quantomeno agli studenti pendolari, vista l’obbligatorietà sui mezzi di trasporto stabilita dal decreto n.221 del 23-12.21. Speriamo che la nostra voce, che è anche quella di tutta la popolazione studentesca, venga quantomeno ascoltata, e che il posticipo volto allo screening da noi più volte richiesto venga almeno considerato come opzione vista la situazione emergenziale non indifferente”.


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