L’Unione Madonie chiede il ritiro del disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata e invita il Presidente dell’Assemblea della Regione Siciliana a convocare una apposita seduta del Parlamento Siciliano sull’attuazione degli art. 37 e 38 dello Statuto della Regione Siciliana. La presa di posizione dell’Unione Madonie nasce dal fatto che l’approvazione di questa legge inciderà profondamente sull’assetto istituzionale del Paese ed anche sulla vita delle persone, aumentando le distanze tra il Nord e il Sud, le disuguaglianze sociali, la disparità dei diritti. Infatti, le regioni a statuto ordinario, invocando il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, possono richiedere la competenza fino a 23 materie che oggi sono di pertinenza esclusiva dello Stato. Tra queste troviamo: scuola, università, ricerca, sanità, grandi reti e infrastrutture del trasporto e della navigazione, previdenza complementare e integrativa, energia, aziende di credito a carattere regionale. Un elenco solo parziale che illustra la portata di un processo di devoluzione potenzialmente incontrollato e certamente irreversibile col Parlamento esautorato di fatto delle sue funzioni.
“Siamo difronte ad un progetto dagli esiti imprevedibili – afferma il presidente dell’Unione Madonie Pietro Macaluso – che stritolerà in modo particolare i Comuni e soprattutto il cittadino che nei suoi spostamenti anche all’interno della propria Nazione dovrà fare i conti con norme diverse da Regione a Regione”.
Per evitare questa spinta verso un forte regionalismo, contro la centralità dello Stato, i sindaci delle Madonie parteciperanno alla manifestazione nazionale che si terrà a Napoli il prossimo 17 marzo. Intanto, in questi giorni, tutti i Consigli Comunali facenti parte dell’Unione compresa quest’ultima stanno approvando un documento con il quale chiedono al Presidente dell’Assemblea della Regione Siciliana di volere convocare una apposita seduta del Parlamento Siciliano che abbia all’ordine del giorno: l’attuazione degli art. 37 e 38 dello Statuto della Regione Siciliana (che riguardano le imposte che pagano le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione); di chiedere il ritiro del disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata; di sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare per la modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione, prevedendo una limitazione alle regioni di poter richiedere nuove competenze, con l’introduzione di una clausola di supremazia a tutela dell’unità giuridica ed economica della Repubblica; di sollecitare la definizione dei LEP e gli altri strumenti perequativi e di eliminazione delle attuali diseguaglianze, come già previsti dalla Costituzione e dalla legislazione vigente, a partire dai criteri per il riparto del fondo sanitario nazionale.
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