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Detenuto tenta di strangolare agente di Polizia Penitenziaria al carcere di piazza Lanza

“La situazione penitenziaria è sempre più critica” - dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe

Torna ancora una volta al centro delle cronache il carcere catanese di Piazza Lanza. L’ultimo grave evento è accaduto, come riporta il consigliere nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Francesco Pennisi, venerdì mattina: “Ennesimo grave episodio di violenza nel carcere etneo di Piazza Lanza. Un detenuto ha infatti aggredito e tentato di strangolare un Agente di Polizia Penitenziaria ieri mattina, intorno alle 11 nel reparto “Amenano”. Mentre il poliziotto preposto alla Sezione si accingeva a far rientrare un detenuto nella sua cella, veniva afferrato al collo con violenza da altro ristretto che, con forza, ha tentato di strangolarlo. Dopo una colluttazione, l’agente riusciva a divincolarsi e a dare l’allarme, riuscendo nel contempo a richiudere la cella”.

Momenti di grande tensione, evidenzia Pennisi: “Prontamente interveniva l’ispettore di sorveglianza generale unitamente ad altro personale disponibile al fine di ripristinare l’ordine e la disciplina. A seguito di quanto accaduto, l’agente ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari presso l’ospedale cittadino, da dove è stato successivamente dimesso. Il detenuto aggressore, di origine messinese, pare si sia scagliato contro l’agente per motivi relativi ad un presunto eccessivo ritardo dell’agente a rispondere ad una sua chiamata”.

Pennisi evidenzia che “i futili motivi del gesto fanno chiaramente emergere, ancora una volta, le gravi problematiche di ordine e disciplina dell’istituto penitenziario catanese che, tra l’altro, da circa due mesi è privo del Comandante titolare, trasferito in altra sede.

Il Sappe, dopo le innumerevoli denunce di eventi critici accaduti a danno del personale di Polizia Penitenziaria, non riesce davvero a comprendere la totale immobilità e il disinteresse dell’amministrazione centrale e periferica, ma soprattutto degli organi istituzionali preposti per quanto quotidianamente sta avvenendo all’interno dei penitenziari italiani”.

“Una cosa è certa”, conclude: “il SAPPE non mollerà di un centimetro e non fermerà le proprie denunce. Siamo e saremo sempre al fianco dei poliziotti penitenziari di Catania Piazza Lanza che, per i difficili e rischiosi compiti ai quali quotidianamente assolvono, meritano attenzione e rispetto!”

“La situazione penitenziaria è sempre più critica” – dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe – “a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.

Per il leader del SAPPE, “quanto accaduto nella Casa circondariale di Piazza Lanza a Catania dovrebbe far capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria e dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti, che svolgono tutti quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.


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