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Domani l’interrogatorio di garanzia della preside “antimafia” arrestata a Palermo

Il provvedimento disposto dal gip scaturisce da una indagine avviata nel febbraio del 2022 e coordinata dei sostituti della Procura europea (Eppo), Amelia Luise e Calogero Ferrara

Si terrà domani, davanti al gip di Palermo Elisabetta Stampacchia, l’interrogatorio di garanzia di Daniela Lo Verde, orami ex preside dell’istituto compressivo “Giovanni Falcone” dello Zen di Palermo, arrestata dai carabinieri il 21 aprile scorso con l’accusa di peculato e corruzione e posta agli arresti domiciliari, assieme al vice preside Daniele Agosta e a una impiegata di un negozio di articoli elettronici, Alessandra Conigliaro, accusati delle stesse ipotesi di reato. Il provvedimento disposto dal gip scaturisce da una indagine avviata nel febbraio del 2022 e coordinata dei sostituti della Procura europea (Eppo), Amelia Luise e Calogero Ferrara.

Le indagini sono partite dopo la denuncia di una insegnante che non voleva rendersi complice dei fatti: “Rappresentava una realtà torbida e una gestione se non altro dispotica della cosa pubblica da parte della Preside, incontrastabile, salvo il pericolo di ritorsioni , ed avvezza – ricostruisce il gip – alla violazione delle regole di qualsiasi alla violazione delle regole di qualsiasi natura, da quelle relative all’emergenza sanitaria a quelle di gestione dei progetti finanziati dall’Unione Europea”. I dirigenti scolastici – secondo quanto emerso dalle indagini del nucleo investigativo dei carabinieri guidato dal tenente colonello Salvatore Di Gesare – in maniera spregiudicata e per accaparrarsi i finanziamenti comunitari, avrebbero attestato falsamente le presenza degli alunni all’interno della scuola anche in orari extracurriculari per giustificare l’esistenza di progetti Pon di fatto mai realizzati o realizzati solo in parte”. Ma dalle indagini “è emersa una una gestione dell’istituto volta a curare interessi di natura personale, anche per per procedure di acquisto di materiale tecnologico (smartphone, tablet, pc) e fornitura di generi alimentari per il servizio di mensa della scuola. All’interno dell’ufficio di presidenza era custodita una cospicua quantità di generi alimentari e di costosi dispositivi informatici destinati agli studenti, che sarebbero stati prelevati dalla preside e dal suo vice per proprie ed esclusive necessità. Da una prima stima i progetti con irregolarità all’istituto comprensivo dello Zen sarebbero già superiori ai 100 mila euro ma le indagini proseguono per individuare l’esatto ammontare e dove (e chi) questi soldi sono finiti”.


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