Condannato in primo grado, assolto in appello per non avere commesso il fatto, per avere detenuto ai fini dello spaccio, della sostanza stupefacente. Una condanna rimediata perché un corriere gli aveva consegnato un pacco con due flaconi con poco meno di 1 litro e mezzo di GBL, la cosiddetta droga dello stupro, in grado di poterne ricavare 2.338 dosi medie singole. Un quantitativo ingente. Un ingegnere brasiliano in smart working a Giarratana, per conto di una società indiana, era stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione e 8.000 euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali, con rito abbreviato e in primo grado di giudizio. Una condanna rimediata perché un corriere gli aveva consegnato un pacco con due flaconi di GBL, la cosiddetta droga dello stupro. Quel pacco era stato individuato dalla Polizia che aveva tracciato l’arrivo e attendeva la consegna in appostamento. L’operazione scattò il 16 giugno 2022.
L’ingegnere, che era arrivato in Italia un mese prima, ha sempre dichiarato che quel pacco non lo aveva ordinato lui, e che non era a lui indirizzato. In effetti il nome del destinatario non era il suo ma quello di un amico, anch’egli brasiliano, che gli aveva chiesto la cortesia di ritirarlo per suo conto. In primo grado, le dichiarazioni dell’ingegnere non vennero considerate veritiere; al numero dell’amico non rispondeva nessuno, e il giudicante ritenne che le giustificazioni fossero in realtà una strategia ordita per eludere le forze di polizia in caso di controlli. Di diverso avviso la Corte di Appello di Catania a cui l’ingegnere si è rivolto attraverso l’avvocato Vanessa Alecci (sostituto processuale Luigi Stamilla) che ha assolto con formula piena l’ingegnere ‘per non avere commesso il fatto’, come richiesto dalla procura generale, e ha ordinato la distruzione dello stupefacente sequestrato.
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