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Droga e telefoni cellulari in carcere, un agente picchiato, altri minacciati e aggrediti: 3 indagati

"Ti taglio i cannarozza, te ne devi andare... non ti permettere più": così Sottile avrebbe reagito al tentativo di controllarlo dopo un colloquio

Droga e telefoni cellulari in carcere, un agente picchiato, altri minacciati e aggrediti a pugni o colpiti con un bicchiere di caffè. Due agrigentini, per le violenze e le violazioni contestate quando erano detenuti nel carcere di Enna, finiscono sotto inchiesta.

Si tratta di Andrea Sottile, 26 anni e Giorgio Orsolino, 34 anni: quest’ultimo è stato arrestato il 17 dicembre dai carabinieri, nell’ambito dell’inchiesta che avrebbe sgominato i clan mafiosi di Agrigento e Villaseta, con l’accusa di avere messo a segno un’intimidazione mafiosa con pistolettate ai danni del portone di casa di un posteggiatore e di avere portato in luogo pubblico un’arma clandestina.

Il pubblico ministero della Procura di Enna, Domenico Cattano, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei due agrigentini e di un terzo detenuto tunisino.

I reati contestati sono la cessione di droga, la detenzione di cellulari in carcere, la resistenza e violenza a pubblico ufficiale, la minaccia e le lesioni aggravate. “Ti taglio i cannarozza, te ne devi andare… non ti permettere più”: così Sottile avrebbe reagito al tentativo di controllarlo dopo un colloquio. Lo stesso Sottile, una settimana più tardi, il 12 febbraio, oltre a minacciare un agente che, appena uscito dal carcere, gliel’avrebbe fatta pagare, gli avrebbe lanciato addosso un bicchiere di caffè. E poi, ancora, poco dopo avrebbe preso a pugni al volto un altro poliziotto penitenziario minacciandolo pure che, tramite il padre “al 41 bis” lo avrebbe rovinato e fatto sparire.

La Procura, inoltre, gli contesta la cessione di hashish a un altro detenuto mentre Orsolino avrebbe consegnato allo stesso Sottile uno smartphone e dell’hashish.


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