Una passione nata per caso solo due anni fa, durante la pandemia. L’arte bianca non pensava fosse il suo futuro, preferiva la pasticceria. Ma grazie alla pizza, uno dei cibi più mangiati al mondo, Andrea Purpura ha ottenuto il quarto posto al Campionato mondiale, nella sezione pizza fritta.
“Questo per me non rappresenta un punto di arrivo ma di partenza“, dice il 24enne termitano, tornato pochi giorni fa da Rimini. Il giovane si è confrontato con circa 600 partecipanti di 20 nazionalità diverse.
“Molto spesso sottovalutiamo le nostre capacità. In realtà, siamo degli esseri umani come tutti gli altri, dotati di mani e viaggiamo sulla stessa linea – commenta – Questo campionato è stato bellissimo, mi ha permesso di conoscere in quei pochi giorni persone di alto livello, pizzaioli da generazioni dove nel loro sangue scorre la pizza“.
Andrea è riuscito a conquistare la giuria con una pizza semplice, a forma di calzone, che piace molto al papà, con un ripieno di: crema di caluzzi (cavolicelli), salsiccia di suino nero dei Nebrodi e provola affumicata di Salerno.
“Una parte di caluzzi li ho saltati in padella e frullati, l’altra l’ho sbollentata e tagliata a tocchetti – spiega il pizzaiolo – non poteva mancare la salsiccia dei Nebrodi, presidio Slow Food e la provola di altissima qualità. Una pizza non di grandi pretese e creata per combattere gli sprechi. Oggi si pensa che il prodotto costoso sia il più buono. Non è così“.
La pizza è stata preparata con un impasto diretto, realizzato con farina Caputo, una maturazione totale di 24 ore e una lievitazione di 6 ore, con una stesura classica napoletana. Il 24enne si ispira da sempre a Piergiorgio Giorilli, maestro panificatore di livello mondiale, nominato nell’aprile 2014 presidente d’onore del Richemont Club Italia e da febbraio 2016 membro dell’EIB (Elite International Boulanger), club creato da Monsieur Christian Vabret.
“Grazie ai libri di Giorilli ho realizzato il mio sogno. Ho studiato e approfondito non solo le ricette e i metodi di lavorazione basilari ma, soprattutto, le farine nella loro complessità e struttura, i processi enzimatici, i prefermenti e molto altro. Da lì è partito il mio meraviglioso viaggio“.
Durante il periodo pandemico, Andrea è passato dalla teoria alla pratica: “Avevo molto tempo libero e ho iniziato a sperimentare le mie conoscenze“.
Adesso il giovane termitano è pronto ad affrontare nuove sfide: “Ringrazio i miei genitori che mi hanno aiutato ad aprire il locale. Il prossimo obiettivo è acquistarne uno più grande e preparare pizze anche da forno“. A chi vuole intraprendere la sua stessa professione consiglia di: “Avere tanta passione anche se, molto spesso, questo lavoro viene sottopagato“.
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