Il tribunale di Roma, in funzione di giudice del lavoro, ha condannato il ministero della Salute e ha consentito a una candidata siciliana, Francesca Di Gaudio, originaria di Pollina (Palermo), di essere inserita nell’elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere e degli enti del Servizio sanitario nazionale, anche nelle regioni con popolazione superiore a 500 mila abitanti. Il dicastero è stato condannato anche al pagamento delle spese giudiziali.
Grazie a questa decisione, Di Gaudio avrà titolo per partecipare anche alle procedure, attualmente in corso, per la nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie siciliane. Gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, legali della donna (responsabile del laboratorio della Regione sul Centro di qualità), hanno impugnato la graduatoria – che consentiva alla Di Gaudio di candidarsi solo nelle regioni con popolazione inferiore a mezzo milione di abitanti – riuscendo a far dare alla candidata due punti in più. E’ stato cioè ottenuto l’inserimento nel curriculum di una voce depennata dal ministero, l’attività di docenza svolta nel 2021 sul Governo della diagnostica di laboratorio al Cefpas (centro di formazione per le attività sanitarie) di Caltanissetta.
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