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Estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti ad Agrigento: 17 misure cautelari

La vicenda risale al maggio 2019 ed è partita dall'arresto di un uomo con circa cinque chili di hashish

Sono sei gli arresti eseguiti stanotte dai carabinieri tra Palermo e Misilmeri nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Fenice” che ha colpito il mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno. Il provvedimento di custodia cautelare in carcere è stato emesso dal gip di Palermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia che ha coordinato le indagini.

Gli indagati sono accusati di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata. Dal pizzo al trasporto di malati e di servizi funebri, sono alcuni degli interessi del mandamento.

Smantellata, dunque, la ‘famiglia’ di Misilmeri e tra gli arrestati ci sono Michele Sciarabba, ritenuto il capo, e Alessandro Ravesi, suo collaboratore. Entrambi avrebbero coordinato gli affari del clan intervenendo per la risoluzione di svariate controversie tra privati e per le estorsioni. Accertati vincoli di solidarietà tra gli appartenenti alle famiglie, con il sostegno garantito agli affiliati detenuti; l’imposizione del pizzo a imprenditori e commercianti dell’area, in particolare ai danni di un imprenditore del settore edile impegnato nella realizzazione di un grosso impianto di rifornimento di carburanti; di un imprenditore del settore della grande distribuzione alimentare, proprietario di diversi supermercati; di un altro nel settore alimentare, proprietario di un’azienda avicola del territorio.

Documentato anche l’interesse della cosca di Misilmeri nella gestione, nel capoluogo, dell’attività di trasporto di malati e di servizi funebri.

 


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