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Estorsioni, botte e rapine: 7 arresti

Le indagini della polizia di Stato coordinate dalla Dda

Sette arresti eseguiti dalla Squadra mobile di Palermo e dalla Sezione Investigativa dello Sco, su delega della Direzione distrettuale antimafia per associazione per delinquere di stampo mafioso, rapina ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso. Le attività investigative, culminate dalle ordinanze di custodia cautelare in carcere, sono il seguito dell’indagine culminata lo scorso 10 luglio con 18 arresti e hanno consentito di delineare l’operatività dell’associazione di stampo mafioso in particolare nel mandamento mafioso di Resuttana.

Documentati altri episodi estorsivi commessi da persone del mandamento di riferimento, alcuni dei quali già detenuti in custodia cautelare a seguito della precedente indagine. Inoltre, gli sviluppi investigativi hanno permesso di verificare la partecipazione alla famiglia mafiosa di Resuttana di due degli indagati, uno dei quali proprietario di un esercizio commerciale, punto di incontro per alcuni affiliati. Fatta luca dalla polizia di Stato anche su una rapina e tre estorsioni, una delle quali commessa esercitando violenza su un imprenditore picchiato al fine di sottrargli la sua auto come “pegno”, poiché ritenuto “colpevole” di aver maturato un debito nei confronti di uno degli indagati. Quest’ultimo, infatti, si sarebbe rivolto ai suoi complici per ottenere la riscossione del credito vantato. Nel corso dell’operazione è stata trovata “un’arma lunga” modello Scorpion con matricola abrasa presso l’abitazione di uno dei destinatari del provvedimento.

Questo l’elenco delle persone arrestate dalla Squadra Mobile di Palermo e dalla sezione investigativa dello Sco in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip di Palermo, Fabio Pilato che ha accolto la richiesta formulata dalla Dda di Palermo: il commerciante titolare di un bar Giuseppe D’Amore, 56 anni; Antonino Fontana, 62 anni; Carlo Giannusa, 61 anni; Sergio Giannusa, 66 anni; Gaetano Maniscalco, 53 anni; Mario Napoli, 58 anni; Giovanni Quartararo, 55 anni. A carico dei sette indagati la Dda contesta i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, rapina ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso.


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