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False assunzioni di braccianti, 42 rinvii a giudizio

L'inchiesta ruota attorno all'azienda agricola di Canicattì di proprietà di Salvatore Giardina che avrebbe dichiarato falsamente la disponibilità di una vasta superficie di terreni

False assunzioni di braccianti agricoli per truffare l’Inps attraverso le domande di disoccupazione: in 43 finiscono a processo per l’ipotesi di reato di truffa.

A disporre il rinvio a giudizio è stato il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli. Per 21 imputati è stata emessa una sentenza di non doversi procedere fra proscioglimento nel merito e prescrizione.

L’inchiesta ruota attorno all’azienda agricola di Canicattì di proprietà di Salvatore Giardina che avrebbe dichiarato falsamente la disponibilità di una vasta superficie di terreni.

Le indagini sono state svolte dalla Guardia di finanza. Lo stesso avrebbe stipulato l’assunzione fittizia degli altri lavoratori che poi avrebbero chiesto, ottenendola, l’indennità di disoccupazione senza averne alcun diritto. Il raggiro, in tutto, avrebbe fruttato 485mila euro. I fatti risalgono al periodo compreso fra il 2016 e il 2019.


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