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Fanghi sversati in mare, i vertici di Amap finiscono a giudizio

Il giudice ha fissato per il 10 aprile l'inizio del processo

Il gup del tribunale di Palermo Andrea Innocenti ha rinviato a giudizio sei persone fisiche e una giuridica, l’Amap, azienda acquedotto del capoluogo siciliano e di altri 47 Comuni della provincia, per avere consentito lo sversamento di fanghi di depurazione in mare, senza alcun trattamento, provocando così l’inquinamento della costa.

Il giudice ha fissato per il 10 aprile l’inizio del processo contro l’attuale presidente della società partecipata del Comune, Alessandro Di Martino, e, fra gli altri, uno dei suoi predecessori, Maria Concetta Prestigiacomo, che fu anche assessore comunale ai Lavori pubblici in una delle giunte guidate da Leoluca Orlando, e il direttore generale Giuseppe Ragonese. Imputati anche i dirigenti responsabili di tre servizi di Amap: Angelo Siragusa, di Ambiente e depurazioni, Dorotea Vitale e Adriana Melazzo, che guidavano gli impianti di depurazione rispettivamente dell’area occidentale e dell’area orientale della città e della provincia.

I fanghi, prodotti dall’impianto palermitano di Acqua dei Corsari, sarebbero stati riversati, oltre che nel mare della zona sud est della città, a Balestrate (Palermo), nel torrente Ciachea e nel fiume Nocella, fra Carini e Partinico (Palermo). I pm contestano pure l’aggravante di avere prodotto l’inquinamento nell’area protetta del Golfo di Castellammare (Trapani).


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