Seduta lampo ieri sera all’Ars per incardinare i documenti economico-finanziari. Come già stabilito nel corso della capigruppo, la discussione generale è fissata per oggi alle 11 mentre sarà possibile presentare emendamenti al testo fino alle 14: è prevista la presenza a Sala d’Ercole dell’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao. La presidenza ha convocato l’Aula anche per sabato alle 12 per i tempi strettissimi imposti dalla scadenza dell’esercizio provvisorio, il 30 aprile mentre è stato fissato alle 12 del 2 maggio il termine per la presentazione degli emendamenti alla finanziaria, e nel pomeriggio inizierà l’esame della manovra.
Arrivata fuori tempo massimo, con le commissioni bypassate e snobbate: con l’ultima Finanziaria, Musumeci è riuscito a superare perfino se stesso, riuscendo a fare peggio di quanto di brutto aveva fatto nei precedenti quattro anni di questa fallimentare legislatura. Ora forestali, disabili, consorzi di bonifica, enti regionali rischiano di restare senza soldi e per tantissime categorie di siciliani si prospettano tempi durissimi”. Lo affermano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, il capogruppo Nuccio Di Paola e Luigi Sunseri, entrambi componenti della commissione Bilancio all’Ars.
“Assieme a gran parte delle forze politiche – dicono – non ci siamo presentati alla commissione Bilancio che il presidente Savona voleva portare avanti. Visto l’andazzo, era praticamene inutile. Vedremo in aula come andrà a finire. Per ora c’è una sola certezza: questa, al di là dei suoi contenuti, si preannuncia come la peggiore Finanziaria della storia della Sicilia. L’unica cosa buona è che sarà l’ultima di questo sgangherato governo”.
“Sono trascorsi 4 anni e mezzo dall’insediamento del governo Musumeci – precisa Sunseri – e oggi possiamo tirare le somme, con dati alla mano: 5 anni di bilanci, 5 volte su 5 non sono stati rispettati i termini e siamo andati in esercizio provvisorio e in gestione provvisoria. Ogni anno, tutte le spese per investimenti, aiuti alle imprese, fondi europei, sono stati bloccati per mesi perché la Regione si è trovata senza un bilancio. Adesso in due giorni ci viene chiesto di valutare un bilancio che sappiamo ha già degli enormi buchi e chi si ritroverà a governare la Regione dovrà gestire più di un miliardo di euro di somme che mancano. Inoltre, non c’è mai stata in questi anni una razionalizzazione della spesa e delle partecipate, piuttosto abbiamo assistito agli scandali di enti governati male in dissesto”.
“Ci aspettavamo – dice Di Paola – un presidente della Regione preoccupato, che prendesse atto del proprio fallimento, che venisse in Assemblea, che facesse di tutto per spiegare e per discutere. Invece finora Musumeci ha acceso la telecamera solo per fare dirette sui social e annunciare un azzeramento della giunta che non ha mai fatto, o la realizzazione di due inceneritori anacronistici e privi di uno straccio di documento a supporto. Evidentemente cerca di distogliere l’attenzione dei siciliani dai veri problemi, quelli finanziari, della Regione. Che, purtroppo, sono enormi”.
“Il governo Musumeci vuole negare alle riserve naturali della Sicilia le risorse finanziarie per il loro funzionamento: abbiamo calcolato tagli per quasi 3 milioni di euro previsti nella finanziaria all’esame dell’Ars. Questo equivale a paralizzare l’attività delle riserve già da giugno prossimo, col rischio di dover licenziare il personale”. Lo dichiara il deputato regionale Giampiero Trizzino, componente della commissione Ambiente all’Ars, che, annunciando l’immediata presentazione di tre emendamenti alla finanziaria regionale, ha raccolto il grido d’allarme delle associazioni ambientaliste, riunite nella denuncia in una nota congiunta. Trizzino aggiunge: “Nel Palermitano contiamo numerose riserve particolarmente penalizzate e meno dotate dal punto di vista finanziario. Importantissimi polmoni di flora e baluardi di salvaguardia per la fauna selvatica, che con le norme in cantiere saranno destinati al ridimensionamento delle attività di tutela e a un rapido declino funzionale e di fruizione. Da anni le riserve non vengono adeguatamente valorizzate sebbene siano un patrimonio importantissimo per la tutela della biodiversità e per la fruizione del territorio, quindi per il turismo e l’economia. Basti pensare ai siti di maggiore importanza, come Torre Salsa, Isola di Lampedusa, Saline di Trapani, Saline di Priolo, Grotta di Entella, Valle dell’Imera, Grotta dei Puntali e Monte Pellegrino, che toccano le punte massime di turisti nella stagione estiva. L’Assemblea regionale, in questo senso, si sta impegnando per una legge di riforma della gestione di tutte le riserve, che prevede la costituzione di un soggetto unico che si chiamerà Sicilia Natura. Questa attenzione da parte del legislatore viene purtroppo svilita dal governo regionale che paradossalmente ‘trascura’ di appostare le necessarie risorse finanziarie per le riserve. Ecco perché abbiamo presentato tre emendamenti alla finanziaria, con una proposta condivisa tra le parti politiche, per ripristinare in tre diversi capitoli di spesa la somma di quasi 3 milioni di euro destinati alle riserve, garantendo una normale operatività ai gestori”.
“Questa finanziaria è l’ultimo atto del governo Musumeci che ha dimostrato di essere incapace di amministrare, ma è sempre stato pronto ad innescare ricatti e faide interne. Basta guardare quello che hanno fatto nei quattro mesi di esercizio provvisorio, quando invece di lavorare alla manovra economica sono rimasti concentrati a giocare ad un risiko di poltrone e di potere, mai così sfacciato”. Lo ha detto Nello Dipasquale parlamentare regionale del Pd intervenendo in aula all’Ars a proposito della manovra finanziaria. Dipasquale ha anche criticato il governo Musumeci per la tempistica relativa all’esame in parlamento della manovra. “Non ci state permettendo di esaminare il testo – ha detto Dipasquale rivolgendosi al governo – avete esautorato le commissioni ed ancor di più il parlamento, questo significa calpestare le regole della democrazia”.
“Domani sarò all’Ars per dare il mio contributo al ricordo di lotta civile e politica di Pio La Torre. Non parteciperò invece al voto su questa finanziaria che considero – nelle forme e nei tempi con cui arriva in aula – uno scempio delle più elementari regole della democrazia rappresentativa. Nessun passaggio nelle commissioni di merito, la commissione bilancio ridotta a un notaio, la discussione strozzata e le procedure mortificate dall’ingiustificabile ritardo di un governo che si presenta solo l’ultimo giorno utile: uno spettacolo indecente. Se l’ultimo atto del governo Musumeci è questo ennesimo oltraggio al parlamento e ai siciliani, non avverrà in mio nome”. Lo ha dichiarato il presidente della Commissione regionale antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana, Claudio Fava.
“La manovra economica presentata dal governo Musumeci e le modalità di presentazione dei documenti contabili sono la conferma di un profondo disprezzo verso la Sicilia. Il parlamento è stato chiamato ad esaminare un bilancio farlocco soprattutto in relazione agli effetti che produrrà per l’economia siciliana, per i siciliani, per i Comuni e per le categorie produttive”. Lo ha detto Giuseppe Lupo capogruppo Pd all’Ars intervenendo in aula durante il dibattito per l’esame del bilancio di previsione e della legge di stabilità.
“Il governo Musumeci con una mano fa finta di dare, ma con l’altra toglie. E mentre tra le pieghe del bilancio si trovano capitoli con accantonamento di fondi di cui il governo, in realtà, non dispone – ha proseguito il parlamentare Pd – dall’altro nella legge di stabilità il governo mette mano a tagli importanti che incideranno pesantemente sull’economia dell’Isola, come i 50 milioni di euro congelati nel capitolo destinato ai forestali che produrranno esclusivamente un ritardo nell’avvio dei cantieri ed un rischio per l’incolumità pubblica e 13 milioni in meno ai Pip. Mancano 68 milioni per il trasporto pubblico locale, e 97 milioni per i trasferimenti ai Comuni con conseguenze che saranno devastanti sull’assistenza alle fasce più deboli come per il ricovero minori disposto dall’autorità giudiziaria, l’assistenza igienico personale e sull’assistenza alla comunicazione. Non possiamo più accettare l’ipocrisia di un governo che ha annunciato per mesi la volontà di procedere alla riforma dei consorzi di bonifica ma ci presenta oggi un bilancio che mostra tagli sostanziali al capitolo destinato alla riforma dei Consorzi ed alle garanzie occupazionali dei lavoratori”. Il governo ha semplicemente perso tempo. Avevamo già chiesto ad ottobre di approvare i documenti contabili, ma il governo ha temporeggiato sostenendo la necessità di una preventiva intesa con lo Stato. L’unica cosa fatta è stata l’insediamento dei tavoli tecnici, che a nulla possono servire senza un’adeguata azione politica. “Il governo torni indietro – ha concluso Lupo – e dia risposte concrete a settori produttivi della Sicilia che non possono più attendere e vivere di promesse”.
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