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“Finti” italiani per avere il reddito di cittadinanza, 4 rinvii a giudizio ad Agrigento

Quattro italiani residenti all'estero, che sarebbero tornati appositamente per incassare il reddito di cittadinanza, finiscono a processo

Quattro italiani residenti all’estero, che sarebbero tornati appositamente per incassare il reddito di cittadinanza, finiscono a processo. Per ottenere il beneficio, infatti, bisogna essere residenti nel territorio della nazione per almeno 10 anni consecutivamente.

Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha deciso il rinvio a giudizio. Altri tre imputati saranno giudicati con il rito abbreviato. Alcuni controlli, scattati dall’esame di alcune situazioni sospette, hanno consentito di accertare che c’è chi aveva finto di avere la residenza in Italia per ottenere il beneficio. Fino a quando i controlli sull’anagrafe degli italiani residenti all’estero non hanno consentito di accertare che erano state presentate delle false dichiarazioni. Nel frattempo, però, c’è chi era riuscito a ottenere il bonifico mensile, dell’importo di circa 1.000 euro, per ventisette volte. Il pubblico ministero Chiara Bisso ha chiesto il rinvio a giudizio di Erika Agnello, 32 anni; Francesca Carbone, 41 anni; Antonino Castiglione, 58 anni; Paola Gambaro, 55 anni; Dario Micalizio, 39 anni; Loredana Rizzuto, 48 anni; Sonia Sciabica, 47 anni e Luis Alberto Zazzetta, 61 anni.

Il difensore di Carbone, l’avvocato Salvatore Cusumano, nei mesi scorsi, ha chiesto il patteggiamento a 10 mesi e 20 giorni di reclusione. Gli altri difensori (gli avvocati Monica Malogioglio, Annalisa Russello, Olindo Di Francesco, Antonio Provenzani, Fabio Sardo e Pietro Maragliano) hanno scelto altre strategie processuali: Agnello, Sciabica e Castiglione, in particolare, hanno optato per il giudizio abbreviato. Il processo, per loro, continua il 27 marzo. Gli altri compariranno il 12 luglio davanti al giudice monocratico Antonella Ciraulo per l’inizio del dibattimento.


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