Tornano fino al 25 novembre le “Giornate FAI per le Scuole”, manifestazione tutta dedicata alle scuole che da dodici anni il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS organizza, su modello delle Giornate FAI di Primavera e d’Autunno. Protagonisti dell’evento saranno gli Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati dai volontari del FAI in collaborazione con i loro docenti, che accompagneranno altri studenti in visita nei Beni e nei luoghi da loro selezionati e aperti grazie al FAI, sentendosi direttamente coinvolti nella valorizzazione del loro territorio, parte attiva della loro comunità e diventando esempio per altri giovani in uno scambio educativo tra pari.
Le Delegazioni di migliaia di volontari della Fondazione, diffusi e attivi in tutte le regioni, apriranno infatti oltre duecento luoghi speciali che saranno visitati da studenti iscritti al FAI con la loro classe. Le classi “Amiche FAI” saranno accolte da migliaia di ragazzi che le condurranno alla scoperta di chiese, palazzi, parchi e giardini storici, monumenti e istituzioni del loro territorio, raccontandone la storia, mostrandone i capolavori e i particolari curiosi, proponendo ai loro pari un’esperienza che non dimenticheranno, che li renderà cittadini più consapevoli e attivi, primi difensori e promotori del patrimonio culturale dell’Italia.
Quest’anno, in linea con il programma nazionale FAI per la Scuola “Agri-cultura: impariamo dalla terra a curare il paesaggio”, alcune aperture saranno dedicate all’attività che più ha inciso sulla forma del paesaggio italiano, ancora sostanzialmente rurale: l’Agricoltura. Verranno aperti, ad esempio, l’Istituto dei Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo di Portici (NA) che afferisce al Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari del CNR, la Noria di Minissale, esempio di archeologia agricola, e Villa Magnani a Pescia (PT), sede dell’Istituto Tecnico Agrario D. Anzilotti.
Le Giornate FAI per le Scuole si confermano un’esperienza formativa di grande efficacia e soddisfazione per tutti: un progetto che trasforma e che ispira per il futuro, che rende protagonisti e che diffonde conoscenza e passione per la conoscenza, da cui scaturisce il desiderio di proteggere quel patrimonio per sempre e per tutti, come è nella missione del FAI.
La dodicesima edizione delle Giornate FAI per le Scuole si svolge con il Patrocinio della Commissione europea, del ministero della Cultura, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Si ringraziano Regione Campania e Fondazione CARICAL per i contributi concessi. RAI è Main Media Partner dell’iniziativa.
PALERMO
La Chiesa di Santa Maria di Valverde
La Chiesa di Santa Maria in Valverde si trova all’interno del quartiere della Loggia compreso tra l’asse via Maqueda, Via Vittorio Emanuele, Via Cavour e Via Crispi e si estende fino al mare – assumendo il nome di Castelloamare per la presenza dei resti di un’antica fortificazione normanna. Il nome “Loggia” deriva dalla presenza di magazzini mercantili e commerciali che si trovavano a ridosso del mare e venivano utilizzati per contenere la merce di scarico e carico. Le logge non fungevano solo da magazzini ma anche da luoghi di incontro in cui venivano prese le scelte economiche migliori per la mercatura. Splendido esempio di architettura barocca, era inizialmente collegata all’omonimo convento delle Carmelitane Scalze. Edificata nel XIV secolo, venne rinnovata nel 1633 su progetto dell’architetto Mariano Smiriglio grazie alle cospicue donazioni elargite dal ricco genovese Camillo Pallavicino quando sua figlia entrò nel suddetto monastero. L’interno della chiesa è un’incredibile coniugazione di arte e architettura, ha un impianto a unica navata rettangolare senza transetto, con presbiterio semicircolare e quattro magnifici altari laterali. Presenta una ricchissima ornamentazione a tarsie marmoree policrome e stucchi di mirabile fattura che accendono di colori e di fasto il sacro edificio. La Chiesa di Santa Maria in Valverde fa parte dei cinque monumenti religiosi del circuito “I tesori della Loggia” assieme agli oratori di Santa Cita, San Domenico, la chiesa di San Mamiliano e di San Giorgio dei Genovesi.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Tecnico Economico per il Turismo “Marco Polo” di Palermo.
BRONTE (CT)
Real collegio Capizzi e pinacoteca Sciavarrello
Il centro storico di Bronte mantiene ancora quasi inalterati la vecchia struttura urbanistica e gli antichi abitativi. I vecchi quartieri, dalla caratteristica struttura araba con successive sovrapposizioni di elementi architettonici di diverse epoche, si stringono ancora, con i piccoli cortili e le strette stradine, attorno alle chiese che costituirono, fin dal tempo della riunione dei 24 Casali nel Casale Bronte (1535-1548), i riferimenti monumentali dei cittadini brontesi. La biblioteca, definita “borbonica”, costituisce un’importante raccolta della cultura umanistica del XVIII secolo. Essa costituisce un prezioso archivio storico con più di 21 mila volumi di ogni disciplina e in svariate lingue. Attraverso la lettura di questi testi è possibile conoscere la tipologia di discipline che gli studenti avevano la possibilità di studiare all’interno del collegio, collocandolo tra i collegi che riuscivano a diffondere il più alto livello di cultura e formazione scolastica. Posizionata al primo piano del collegio si compone di due camere con scaffali di legno costruiti nel 1830 su disegno di Don Carmelo Luca. Non è solo la biblioteca in sé, ma l’intero complesso del Collegio a essere luogo di interesse culturale, tanto che nel corso dell’anno vengono organizzati diversi eventi a carattere culturale. L’edificio ospita al piano terra la Pinacoteca Nunzio Sciavarrello, nata, nel 2001, in seguito di una donazione di opere d’arte del maestro Nunzio Sciavarrello (1918-2013), illustre artista brontese, che decise di donare la sua ricca e pregiata collezione privata di opere acquisite nel corso della sua lunga attività professionale.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Superiore “Capizzi” di Bronte (CT).
VIZZINI (CT)
Circolo Culturale “Giovanni Verga”
Il Circolo culturale “Giovanni Verga” affonda le sue radici nei primi vent’anni del XIX secolo. Nato come “Caffè nobiliare”, era il luogo di ritrovo dei nobili e delle nobildonne vizzinesi, che si dedicavano ad attività di tombolo e pittura. Negli anni Sessanta del Novecento i locali dell’attuale Circolo sono stati utilizzati come sede di una scuola. Della sede era responsabile il Reverendo Padre Li Volti. Con il nome attuale nacque nel 1972, quando Alfredo Mazzone, con il “Teatro di Reviviscenza”, mise in scena le opere del grande scrittore vizzinese Giovanni Verga. Il Circolo, nel 1982, fu utilizzato come cabina di regia dal regista Franco Zeffirelli, che qui diresse “Cavalleria Rusticana”. Il Circolo Verga presenta al suo interno ampie stanze dal carattere nobiliare, uno spazioso giardino esterno e un piccolo teatro, esistente sin dai tempi del “Caffè nobiliare”. Alle pareti, oltre ai quadri che raffigurano Verga, si può ammirare un dipinto, “La Madonna con il bambino”, di manifattura vizzinese, utilizzato dal regista Franco Zeffirelli per la processione pasquale di “Cavalleria rusticana”.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Omnicomprensivo “G. Verga” di Vizzini (CT).
CATANIA
Conservatorio Vincenzo Bellini
Il Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania si inserisce nel contesto urbano del quartiere del Borgo nato per accogliere i profughi a seguito della terribile eruzione dell’Etna del 1669 che distrusse molti paesi siti ai piedi del vulcano. La piazza, nel tempo, si è arricchita di monumenti e palazzi maestosi che si snodano lungo la via Etnea. Uno di questi palazzi, impreziosito da una grande giardino, è oggi la sede del conservatorio. L’architettura del grandissimo edificio è in stile neogotico, stile che si ispira alle architetture. Oltre il portone di ingresso si apre un ampio locale dal quale si accede all’edificio ricco di grandi stanze e amplissimi corridoi. Le due ali del palazzo, ceduto dai proprietari alle suore del Sacro Cuore, sono collegate da un cavalcavia. Molto curati i giardini ricchi di aiuole fiorite e grandi viali alberati. La cappella del collegio, anch’essa in stile medievaleggiante, è stata oggi trasformata in sala concerti.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Enogastronomici e dell’Ospitalità Alberghiera “Karol Wojtyla” di Catania.
CALTAGIRONE (CT)
Museo Diocesano
All’interno del Complesso Monumentale dei Frati Minori Conventuali – sede vescovile dal 1911 – trova posto anche il “Museo Diocesano Caltagirone”. Il complesso sorge in una posizione amena e dominante, alla sommità di una delle colline della città. La sua fondazione si fa risalire al 1236 e alla figura del Beato Riccardo da Caltagirone, ritenuto uno dei primi seguaci di San Francesco, celebre per aver operato numerose guarigioni in vita e dopo la morte. Il chiostro, centro attorno a cui si organizzava la vita dei frati e frontiera aperta sulla città nella missione evangelizzatrice, mostra in tutte le sue parti una chiara adesione alla cultura artistica manierista. L’essenzialità del disegno e dell’ornato trova la sua unica eccezione in corrispondenza delle arcate, decorate nelle chiavi di volta da mascheroni grotteschi. Al centro del chiostro si trovano il pozzo e la fontanetta claustrale, presso la quale i frati, nello spirito di vita comunitaria, facevano le abluzioni del mattino. Il lavabo, murato nell’ala settentrionale del chiostro, era originariamente collocato nell’atrio, dove nel 1933 furono edificati il portico e la scalinata d’accesso alla cappella del seminario.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto di istruzione superiore “Dalla Chiesa” di Caltagirone (CT).
ACIREALE (CT)
1943-2023: 80 anni dall’arrivo degli alleati ad Acireale. Mostra fotografica, di modellismo e di cimeli storici presso la sede dell’accademia degli Zelanti e dei Dafnici
La mostra viene allestita nel Palazzo di Città, al pianterreno, entrando a sinistra presso il Gabinetto di Lettura che ospita la Sede ufficiale dell’Accademia di Scienze, Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici. Il Palazzo municipale di Acireale è ubicato in Piazza Duomo, nel centro storico cittadino, che vanta la presenza dei più importanti monumenti architettonici presenti in questo territorio come la Cattedrale di Acireale e la Basilica dei Santi Pietro e Paolo. Dal 1833 il palazzo è diventato sede ufficiale dell’Accademia. L’Accademia è il risultato della fusione, nel 1934, della “Accademia degli Zelanti e dei Padri dello Studio” con quella dei “Geniali” o “Dafnici”, istituite rispettivamente nel 1671 (con decreto del vescovo di Catania M. Bonadies), e nel 1778. Lo scopo della nuova Accademia fu quello di promuovere e diffondere la cultura delle scienze pure e applicate, delle lettere e delle belle arti, con speciale riguardo all’ambiente locale, alla regione etnea e al bacino del Mediterraneo. Per raggiungere i suoi scopi l’Accademia organizza tuttora pubbliche adunanze, comunicazioni, letture e conferenze. L’Accademia presiede a due istituzioni di grande rilievo culturale: la Biblioteca Zelantea e la Pinacoteca, ubicate in via Marchese di San Giuliano, 17 Acireale.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo “Archimede” di Acireale.
MESSINA
La Noria di Minissale
La noria ricade nel rione di Minissale, del Comune di Messina, il cui nome ha origine dal latino dominus, cioè padrone, poiché dai terreni della zona si ricavavano delle rendite dominicali; il nome venne storpiato in “dominissale” e poi in “Minissale”. Fino a metà degli anni ‘50 era una contrada agricola, coltivata intensamente ad agrumeti, ortaggi e uliveti, e dove si allevava bestiame. Importante testimonianza di archeologia agricola rappresenta un raro esempio in Sicilia di ruota idraulica, utilizzata in agricoltura per sollevare acqua da grandi serbatoi interrati mediante una serie di secchie equidistanti fissate su un nastro senza fine, mossa dal movimento rotatorio di un animale, generalmente un asino, che girava attorno a un’asse per portare l’acqua in alto e, attraverso condotti aerei in terracotta distribuirla nei campi per irrigarli. La noria è una costruzione tipica in molte zone agricole del messinese: di solito sono costruzioni circolari, poste attorno a un pozzo, sulla cui copertura venivano installati dei macchinari per il sollevamento dell’acqua. La monumentale e preziosissima “noria” di Minissale è dotata di una rampa elicoidale esterna che consentiva agli animali, asino, mulo o cavallo, di poter salire in sommità per mettere in moto il nastro pescante senza fine e attingere l’acqua dal profondo serbatoio. L’interno è costituito da uno spazio circolare coperto da una volta a botte realizzata in mattoni; all’esterno degli archi rampanti sempre in mattoni reggono la rampa. Un tempo nascosta tra i giardini, ne emergeva la sommità tra le chiome degli aranci e dei limoni.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Comprensivo “Catalfamo” di Messina e dell’Istituto Comprensivo “Tremestieri” di Messina.
MARSALA (TP)
Il fossato punico e la città inespugnabile
Per la sua posizione geografica, Marsala fu sempre minacciata dalle invasioni dei popoli vicini e dalle scorrerie di corsari e pirati: fu necessario quindi che si dotasse di sistemi di protezione possenti quali mura, fossati, bastioni, baluardi e torri di avvistamento. La città punica di Lilibeo fu fondata dai Cartaginesi nel 396 a.C. dopo la distruzione della fenicia Mozia. Il luogo scelto fu ubicato in corrispondenza di un basso promontorio che non aveva alcuna protezione naturale verso la terraferma e per sua difesa fu scavato un lungo e profondo fossato. Tra la fine del secolo XVII e gli inizi del secolo successivo il fossato era ancora in buona parte visibile, mentre oggi si conserva solo l’angolo, costituito da due tratti cospicui, in corrispondenza del quale è situato il Castello. Al di sotto del fossato passavano delle gallerie che consentivano agli assediati di sorprendere gli avversari alle spalle. Mentre il fossato veniva scavato il materiale estratto era impiegato nella costruzione delle mura, lungo una linea non molto distante dal suo margine interno. Dopo secoli di abbandono del sistema fortificato, arretratosi l’abitato dal mare a partire dal V secolo d.C., si dovrà attendere il periodo normanno per la rinascita della città fortificata di Marsala. Nel XVI secolo la città quadrata già chiusa dal muro medievale, terrorizzata dalle continue scorrerie barberesche e sotto la minaccia turca, viene ulteriormente fortificata con la costruzione di bastioni angolari e baluardi.
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