Il gip del tribunale dei minorenni di Palermo, Maria Pino, ha detto di no alla messa alla prova nei confronti del giovane di 17 anni, che il 14 gennaio scorso prese parte alla violentissima rissa culminata nell’omicidio di Francesco Bacchi, ucciso all’età di 19 anni all’esterno di una discoteca di Balestrate (Palermo). Imputato del delitto in sé è Andrea Cangemi, oggi ventunenne, di Alcamo (Trapani), nei cui confronti è stato emesso decreto di giudizio immediato e il processo contro di lui, che si terrà davanti alla prima sezione della corte d’assise ordinaria, è stato fissato per il 30 settembre prossimo.
Per quel che riguarda i tre minorenni, che, così come cinque maggiorenni, rispondono della rissa aggravata, invece, due hanno scelto il rito abbreviato e il ragazzo aveva chiesto la messa alla prova, che cancella il reato, offrendo una seconda chance all’imputato minorenne. Secondo il giudice Pino, che ha accolto le tesi formulate dai difensori delle “persone offese” (i genitori e i fratelli minorenni della vittima), la messa alla prova senza alcuna particolare condizione ulteriore sarebbe una misura troppo blanda per il diciassettenne, che partecipò a un pestaggio di sette contro tre, in cui Cangemi sferrò poi i colpi mortali. Gli avvocati Cinzia Pecoraro e Raffaele Bonsignore hanno evidenziato come non ci siano elementi concreti per parlare di un concreto ravvedimento del giovanissimo indagato e il Gip dei minori concorda con loro: mancherebbe infatti la “revisione critica delle proprie condotte”, da parte del 17enne, che fra qualche giorno tornerà davanti al magistrato per concordare un eventuale percorso alternativo di messa alla prova, per fargli maturare resipiscenza e ravvedimento. Nel troncone principale di questa vicenda a Cangemi, reo confesso, assistito dall’avvocato Bartolomeo Parrino, viene contestato l’omicidio preterintenzionale: il pm Alessandro Macaluso, ritenendo che le prove siano chiare ed evidenti e sottolineando come l’indagine si sia chiusa in meno di sei mesi, ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato, in cui si salta l’udienza preliminare.
I legali dei genitori della vittima (il padre, Benedetto Ninì Bacchi, sta scontando una condanna per le infiltrazioni della mafia nel campo delle scommesse) non concordano con questa impostazione e chiederanno al rappresentante dell’accusa di modificare l’imputazione in omicidio volontario con dolo eventuale, in cui la base di partenza della pena è più elevata. Cangemi può comunque ancora chiedere il rito abbreviato e tornare davanti al Gup: in questo caso la pena sarebbe ulteriormente scontata.
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