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Guerra in Ucraina e termoutilizzatori: il presidente Musumeci prova a fare chiarezza

A margine dell’inaugurazione della mostra alla Camera di commercio di Siracusa, che si è tenuta lo scorso venerdì, Musumeci ha risposto alle domande dei giornalisti affrontando altri due temi importanti: termoutilizzatori e zona industriale

“La guerra in Ucraina può avere delle ripercussioni in Italia, ma soprattutto in Sicilia per la posizione strategica”. Così Nello Musumeci, presidente della Regione siciliana commenta gli ultimi avvenimenti, a partire dal conflitto bellico: “grandi infrastrutture militari si trovano in Sicilia proprio per la posizione geografica. Abbiamo il dovere di pensare e sperare che la diplomazia possa trovare presto un punto di incontro e che prevalga il buonsenso perché in questa Europa devastata da due anni di pandemia non possiamo immaginare altre privazioni perché ricordiamoci che la guerra non riguarda solo l’Ucraina”.

A margine dell’inaugurazione della mostra alla Camera di commercio di Siracusa, che si è tenuta lo scorso venerdì, Musumeci ha risposto alle domande dei giornalisti affrontando altri due temi importanti: termoutilizzatori e zona industriale.

Sull’emergenza rifiuti, il presidente della Regione ha spiegato: “Faremo due termoutilizzatori: uno nella Sicilia occidentale e l’altro in quella orientale, ma non sappiamo ancora esattamente in quale provincia – dice – Al momento c’è un nucleo di valutazione attivo che si occuperà di analizzare le proposte arrivate e poi si vedrà. Il nostro obiettivo in campo rifiuti è liberare l’Isola dalla schiavitù delle discariche”.

E infine, sul futuro della zona industriale dichiara: “Abbiamo chiesto ai ministri dello sviluppo economico e della transizione ecologica di istituire un tavolo e di incontrarci, ma non ci hanno ancora dato riscontro. Se non dovessimo avere risposta torneremo alla carica”.

L’obiettivo del confronto con il Governo è quello del rilancio dell’area industriale siracusana, davanti al “concreto rischio di disimpegno delle società multinazionali operanti nell’area del cosiddetto Polo petrolchimico di Siracusa”, così come sottolineato da Musumeci.


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