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I Borghi dei Tesori nelle province di Catania, Ragusa e Siracusa: ultimo weekend per scoprire storie, personaggi e cantine

Nella Sicilia orientale: da Piedimonte Etneo a Licodia Eubea, da Giarratana a Cassaro, poi Buccheri, Monterosso Almo e Portopalo di Capo Passero

A Giarratana vi racconteranno delle “scandalose” giocatrici di volley che dalla sconosciuta provincia più a sud d’Italia raggiunsero la prima categoria; a Buccheri si visita una particolare mostra fotografica che partendo dalla metà del Novecento, ripercorre la storia, le origini del borgo e le innumerevoli tradizioni che lo hanno reso il paese che è oggi. A Palazzo Carfì, a Cassaro sono esposti anche gli antichi strumenti e le partiture della centenaria, curiosa e rinomata Banda del paese. Se il mare lo consente, si raggiungerà l’isoletta di Capo Passero a Portopalo, e a Monterosso Almo vi presenteranno un personaggio che pare abbia ispirato mastro Don Gesualdo. Licodia Eubea ha pronto il suo nobile castello e Piedimonte presenta la sede del Comune, palazzo Patanè con gli affreschi di Giuseppe Sciuti.

Si avvicina il terzo e ultimo weekend del Borghi dei Tesori Roots Fest: saranno le ultime occasioni per riscoprire musei, conventi, artigiani, luoghi di memoria spesso legati alle ondate di emigrazione del lembo più a sud d’Italia: nell’Anno del Turismo delle radici, il festival si lega al progetto del Ministero degli Esteri attraverso la sua antenna territoriale, Italea Sicilia; è promosso dalla Fondazione Le Vie dei Tesori in collaborazione con tutti i Comuni e con l’Ufficio Scolastico Regionale, ed è sostenuto da IGT e dalla Fondazione Sicilia.

Il viaggio nella Sicilia orientale parte proprio dalla sua punta più lontana, quella Portopalo di Capo Passero dove, se il mare lo permetterà, le barche dei pescatori porteranno i visitatori sull’isoletta poco lontana, proprio all’incontro tra i due mari, che nasconde una cinquecentesca fortezza spagnola. Bisogna andare verso l’interno per raggiungere Buccheri (che nella chiesa di Sant’Antonio Abate nasconde una pala d’altare del Borremans) e ancora più in là, nel cuore della campagna siracusana, per trovare le famose neviere, costruzioni a forma di cupola o dammuso con le pareti interne in pietra lavica per conservare la neve che serviva per la preparazione di sorbetti al limone o al gelsomino.

Nella piccola Cassaro sabato la passeggiata toccherà il Museo Civico nel settecentesco Palazzo Carfì, che ospita paramenti e oggetti sacri provenienti dalle chiese del borgo; una sala dedicata alle feste folkloriche come quella dei Tre Re, e alla banda del paese; e una sezione sugli oggetti della quotidianità popolare: un antico telaio per tessere, strumenti per la preparazione della ricotta, per la raccolta e lavorazione delle olive; una sartoria con abiti da sposa d’epoca, una tipica camera da letto siciliana d’altri tempi, e gli strumenti. Senza dimenticare i sapori cassaresi. A Giarratana riapre il Museo dell’emigrazione iblea, ma merita una visita Palazzo Barone dove, a parte i reperti archeologici delle vicine necropoli, una sezione è dedicata a cimeli, medaglie e divise della famosa Polisportiva Aurora: ragazze che negli anni Sessanta giocavano in maglietta e pantaloncini, sotto gli sguardi di disapprovazione del paese, ma che riuscirono ad arrivare alla ribalta nazionale. E sempre a Giarratana si percorrono i vicoli stretti de ‘u cuozzu per scoprire come si viveva ai primi del Novecento.

Nel borghese e ricco Palazzo Cocuzza a Monterosso Almo, una particolare collezione di antiche ceramiche, una sezione ornitologica e una naturalistica: qui vi parleranno di tal Salvatore Cocuzza che accumulò grandi fortune in breve tempo, e che pare abbia ispirato al Verga il personaggio di mastro Don Gesualdo. Saliamo verso il Catanese: Piedimonte Etneo che presenta inattesi palazzi neoclassici, ma che apre eccezionalmente la cripta e il chiostro del convento dei padri Cappuccini, costruito per volere del principe Ferdinando Francesco Gravina: sarà un’occasione imperdibile anche salire sul campanile della Chiesa Madre, oltre a scoprire le due frazioni di Borgo di Vena con il suo santuario e di Borgo Presa, tra palmenti, vigneti, la cantina La Gelsomina dove nascono i vini della “gghiara”, e le coltivazioni di ciliegie Mastrantonio. Le chiese e gli ex conventi di Licodia Eubea sono splendidi – nella chiesa madre Giovanni Verga ambientò la novella “Jeli il pastore”, citando la grande mole della torre campanaria – ma tutto il borgo pare abbracciare ciò che resta del Castello dei Santapau; ma sarà molto interessante la visita al museo “di comunità” Coniglione, dove sono raccolti i tanti arnesi donati dalle famiglie del borgo, legati alla mietitura o all’estrazione del gesso. È stata anche ricostruita la bottega di una calzolaio.

Le Vie dei Tesori ha messo a disposizione dei festival dei Borghi l’efficienza di una rete già consolidata e l’esperienza organizzativa: anche Borghi dei Tesori Roots Fest è una rassegna smart e digitale, con un unico coupon valido per le visite in tutti i luoghi che apriranno le porte. Come nel Festival delle città, un coupon da 18 euro varrà per 10 visite, un coupon da 10 euro per 4 visite; passeggiate ed esperienze avranno coupon a parte e si consiglia fortemente la prenotazione, soprattutto per le degustazioni. I coupon saranno disponibili sulla piattaforma delle Vie dei Tesori e nell’infopoint di ciascun borgo.


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