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I lavoratori del cinema in strada a Palermo, “siamo ai titoli di coda”

L’iniziativa simbolica nasce dal desiderio dei lavoratori siciliani di rendere noto il loro sostegno alla manifestazione indetta di oggi in piazza Santi Apostoli a Roma

I lavoratori del comparto cine-audiovisivo siciliani si sono dati appuntamento questa mattina alle 11 a Palermo, in via Notarbartolo all’altezza del civico 9, sede dell’assessorato Regionale per il Turismo e della Sicilian Film Commission, per un flash mob.

L’iniziativa simbolica nasce dal desiderio dei lavoratori siciliani di rendere noto il loro sostegno alla manifestazione indetta di oggi in piazza Santi Apostoli a Roma dai Lavoratori del Cine-Audiovisivo – Comitato #SIAMOAITITOLIDICODA.

Con l’occasione verrà consegnata presso il Ministero una lettera indirizzata al Ministro Sangiuliano, auspicando interventi rapidi e progettuali.

I lavoratori del cine-audiovisivo provenienti da tutta Italia si sono radunati a Roma a partire dalle 10 per portare all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica la drammatica situazione in cui versa il comparto.

L’industria del cinema italiano è attualmente in crisi. A causa dei ritardi nella gestione dei decreti ministeriali riguardanti il settore cine-audiovisivo, gran parte delle produzioni cinematografiche hanno bloccato la realizzazione dei loro progetti non solo in Sicilia, ma su tutto il territorio nazionale, con la conseguenza che migliaia di lavoratori del settore sono attualmente senza occupazione e senza nessuna prospettiva futura.

Le belle stagioni, la primavera e l’estate, per le loro caratteristiche intrinseche sono per questa categoria il periodo di più intensa attività lavorativa. Il timore è che per questa categoria di lavoratori salti tutta la stagione produttiva e un intero anno lavorativo.

I lavoratori chiedono: una urgente revisione e attivazione dei decreti attuativi per permettere all’intero settore di rientrare rapidamente in una fase produttiva; sostegno economico da parte dello Stato, a fronte del ritardo nell’emissione dei decreti e del conseguente rallentamento delle attività produttive che comportano una grave perdita sia in termini economici che di anno contributivo a fini pensionistici; la tutela burocratica e legale per il voluminoso comparto dei lavoratori, attualmente una categoria intesa come saltuaria e discontinua, senza protezione dei diritti del lavoro e senza un contratto nazionale regolare; infine, una risoluzione delle problematiche contributive ai fini pensionistici, che da anni affliggono la categoria.


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