Una coreografia di metafore e similitudini: una stanza cubica di ricordi. Un ricordo ricorrente, ben preciso, condiviso e diviso tra due anime danzanti, è al centro di tutto e, allo stesso tempo, fondale scenografico dietro a questo tutto.
Il coreografo palermitano Marcello Carini, Art Director di Ensemble Company 2.0 asd, racconta attraverso la danza dei suoi ballerini Alessia Marino ed Emanuele Guadalupi, il sentimento massimo che nei suoi pensieri arriva a fare tremare l’intero corpo in “Ricordi dissonanti”, la sua nuova coreografia. Un pas de deux che sarà presentato domenica 27 febbraio alle 13 nel corso del “Contemporary on stage” di Danzainfiera che si terrà al padiglione Spadolini della Forteza da Basso in via Filippo Strozzi a Firenze.
La coreografia è un passo a due originale e inedito e si struttura, pur nella sua sobrietà, come un’armonia enigmatica. Musicalmente, nella sua forma sostanziale, è un regolare bicordo, che si esaurisce in soli due suoni. Ma sono due suoni lontanissimi tra di loro, non tonali, estranei a qualunque scala, che creano dissonanza, una dissonanza gradevole. Ciononostante, sono due onde elettriche che viaggiano lungo lo stesso cavo.
Il lavoro di Marcello Carini è stato selezionato attraverso un’attenta selezione video per coreografi emergenti e compagnie di danza.
“Ricordi Dissonanti – dice il coreografo Marcello Carini – è un convulsivo baratto, che vende e manda indietro la stessa memoria, lo stesso evento, lo stesso giorno, la stessa data nota solamente ai due amanti chiamati a parlarsi attraverso la danza. La comunicazione si tesse tra piedi e mani, che divengono le parole di un dialogo senza tempo, che attraversa anche i nostri più recenti giorni di storia, sconvolti da silenzi assordanti sopravvissuti grazie ai ricordi migliori”.
“Ricordi Dissonanti” di Marcello Carini è un racconto “contactless”. La distanza tra i due danzatori, assai somigliante, nella musica, ad un semitono cromatico, non è interrotta né colmata del tutto. Le due anime danzanti si cercano al tocco per tutto il tempo, senza mai fondersi del tutto l’una nell’altra.
Per Alessia Marino ed Emanuele Guadalupi, protagonisti della coreografia, “a differenza di altre volte, non c’era un copione da seguire. C’era un contesto. C’era una emozione e attraverso l’emozione stessa è nato il resto e si è realizzata l’armonia tra noi che non danzavamo insieme da due anni”.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni