Quel lago che diventa rosso rischia di non diventare più rosso, anzi, rischia di scomparire del tutto.
Del lago di Pergusa, a Enna, non resta che una sparuta pozza d’acqua di pochi centimetri.
Eppure la sua importanza è stata addirittura confermata da una legge Regionale (legge 71 del 1995) che ha istituto la Riserva naturale speciale affidandola alla provincia regionale di Enna (oggi Libero Consorzio di Enna) ma non solo, il lago, che non ha immissari ed emissari e presenta quindi caratteristiche eccezionali, essendo anche unico lago naturale in Sicilia, è stato anche individuato come Zona di protezione speciale, sito di importanza comunitaria e oggi Zona speciale di conservazione.
Tutte le carte in regola per essere tutelato dalle istituzioni e salvaguardato. Peccato che molto resti solo sulla carta.
La riserva naturale speciale non ha, infatti, un direttore che se ne occupi né tanto meno operatori. La legge che la istituì non aveva previsto dei fondi specifici e oggi, con il vuoto politico lasciato dalle ex province, tutte le responsabilità vengono rimbalzate tra Enti.
Oltre il danno la beffa, l’Ente che dovrebbe occuparsene, il Libero Consorzio, vede il Commissario in scadenza. In attesa delle tante sbandierate elezioni di primo livello.
“L’ultimo monitoraggio risale al 2015, non abbiamo dei dati precisi sullo stato del lago – fa sapere Giuseppe Maria Amato, responsabile aree naturali protette di Legambiente Sicilia – non sappiamo nemmeno quanti centimetri effettivi sia il lago e la ricarica, che dovrebbe fare la Regione, deve essere fatta gradualmente.”
È già successo, nel lontano 2000, attraverso una condotta che collega la diga Ancipa al lago di Pergusa. Oggi però non è più così scontato, intanto perché è cambiato l’ente gestore che ora è Siciliacque e che oppone motivazioni tecniche.
Oltre tutto da 8 anni nessuno ha mai utilizzato il sistema di monitoraggio e quindi non si ha la certezza che funzioni. Questo potrebbe significare una spesa di centinaia di migliaia di euro per il ripristino.
Ma per il lago, famoso anche perché legato al mito di Proserpina e decantato da Cicerone e Ovidio, i problemi non si fermano al mancato monitoraggio.
Esistono diverse criticità: la rete fognaria, che serve circa duemila residenti, concorre a sottrarre l’acqua che normalmente dovrebbe scivolar via verso il lago. Non esiste, inoltre, nessuna divisione tra acqua bianche e acque nere motivo per il quale potrebbe anche essere inquinato.
Solo mercoledì scorso (30 agosto), dopo una sollecitazione di Legambiente e un’interrogazione del Partito Democratico con primo firmatario l’Onorevole Fabio Venezia, è stato convocato dalla Regione un
tavolo tecnico con tutti gli attori istituzionali che, per volere dell’Assessore Elena Pagana, resterà permanente.
Pagana, anche lei ennese e con delega all’ambiente, avrebbe sposato le richieste di Legambiente a partire dalla pulizia dei canaloni e la ripresa del monitoraggio.
“Il gruppo del Partito Democratico si è attivato da subito dando l’allarme e sta già lavorando, con il coinvolgimento del territorio, sul futuro della riserva speciale – fa sapere l’Onorevole Fabio Venezia – è chiaro che debba cambiare il modello di governance e stiamo anche riflettendo su un un nuovo disegno di legge che possa rendere efficace la riserva naturale speciale che a oggi è affidata solo al Libero Consorzio”.
Il tavolo tecnico è già stato riconvocato per l’8 settembre dall’Assessore Pagana, in attesa che inizi davvero la pulizia del Lago.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni