Gela si è svegliata senza sindaco perché Lucio Greco, dopo quattro anni di amministrazione “arcobaleno”, ha rassegnato le dimissioni mentre pendeva la scure della sfiducia firmata dai consiglieri comunali di Lega, Fratelli d’Italia, Dc, Forza Italia e Partito democratico.
Gli ultimi due partiti nel 2019 senza simboli hanno sostenuto la candidatura di Greco. La mozione di sfiducia, che non è stata approvata, portava la firma di dieci consiglieri comunali su ventiquattro. È stato un lungo dibattito politico quello che si è tenuto fino a tarda sera ieri al Comune di Gela, alla fine ha dovuto cedere al pressing della sua maggioranza e dei civici che gli hanno voluto tendere la mano per salvare i conti dell’ente e quindi sollecitarlo alle dimissioni.
A Gela pende la spada di Damocle del dissesto economico. La Corte dei Conti ha dato un ulteriore termine al Comune per l’approvazione in consiglio comunale del rendiconto 2021. Il documento contabile è già stato approvato dalla Giunta ma potrebbe essere ulteriormente modificato per ottenere il parere favorevole dei revisori contabili.
Per evitare il dissesto dell’ente e far giungere lo strumento finanziario in aula i consiglieri di maggioranza hanno chiesto a Greco di fare un passo indietro per evitare il commissariamento in questo particolare momento. Il sindaco di Gela quindi ha presentato le dimissioni che possono essere ritirate entro 20 giorni.
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