È finito in carcere Domenico Quaranta, il quarantanovenne di Favara, in provincia di Agrigento, condannato nei primi anni 2000 a 16 anni di reclusione per terrorismo e di recente denunciato per avere imbrattato la Scala dei Turchi. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza del magistrato di sorveglianza che, in considerazione della sua “elevata pericolosità sociale”, dispone la misura di sicurezza della casa lavoro in carcere. Quaranta dovrà svolgere, per un periodo indeterminato, un programma di lavoro all’interno della casa circondariale di Barcellona dove resterà detenuto. Nelle scorse settimane il questore di Agrigento, Rosa Maria Iraci, aveva firmato il foglio di via obbligatorio, per la durata di tre anni, nei suoi confronti in seguito al danneggiamento della Scala dei Turchi.
Quaranta era stato condannato per gli attentati incendiari dimostrativi alla Valle dei templi di Agrigento e alla metropolitana di Milano. Oltre all’ex imbianchino, protagonista sui social di decine di video di derisione delle forze dell’ordine e non solo, per i prossimi tre anni non potrà mettere piede a Realmonte il fruttivendolo ritenuto suo complice.
Quaranta, in passato, è stato anche denunciato per i danneggiamenti alla scogliera di Punta bianca, imbrattata con della vernice rossa con modalità simili a quelle della Scala dei Turchi, e per avere distrutto i vasi ornamentali del belvedere del Viale delle dune di San Leone.
I carabinieri, dopo l’ondata di indignazione nazionale che ha fatto seguito all’imbrattamento della scogliera della Scala dei turchi, deturpata con dell’ossido di ferro di colore rosso e ripulita all’indomani dai volontari, sono risaliti a lui e al suo complice grazie all’acquisizione di numerosi impianti di videosorveglianza presenti nella zona. Il favarese, inoltre, è ritenuto responsabile dalla procura di sei danneggiamenti messi a segno, fra il 2020 e il 2021, ad Agrigento e a Favara. Appena a fine gennaio scorso al quarantanovenne era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm.
L’uomo è indagato per le ipotesi di reato di danneggiamento, danneggiamento a seguito di incendio e porto di armi e oggetti atti a offendere. I fatti contestati sono: l’incendio al portone di ingresso del municipio di Favara del 12 dicembre del 2020; scritte e disegni – fatti con vernice – il 22 dicembre del 2020 fra muretto e ingresso della casa natale di Luigi Pirandello in contrada Caos, nonché sulla targa di alluminio. Sull’asfalto venne anche lasciata la scritta “Dome”.
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