In due immobili a Cefalù e Lascari (Palermo) avevano allestito case d’appuntamento, in cui facevano prostituire donne provenienti dal Sud America, in particolare colombiane. Due fratelli del posto, di 67 e 63 anni, e una donna di 52 anni, originaria dell’America Latina, sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Cefalù in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip del tribunale di Termini Imerese, su richiesta della Procura. I tre, ora ai domiciliari, sono indagati, a vario titolo, per sfruttamento della prostituzione e tentata violenza sessuale.
Da quanto emerso dalle indagini, avviate nel 2023, gli immobili intestati ai due fratelli, ora posti sotto sequestro, erano usati esclusivamente per sfruttare le prostitute. La terza indagata aveva il compito di gestirle. Tra aprile e giugno 2024 i carabinieri hanno documentato lo sfruttamento di 23 prostitute a fronte di 560 clienti: gli appuntamenti si susseguivano dalle 8 del mattino sino a tarda notte, per un prezzo di 50 euro a incontro sessuale. Da ciascuna ragazza i due proprietari incassavano 350 euro. Le donne, che si prostituivano per bisogno e si pubblicizzavano su siti d’incontri online, soggiornavano nei singoli immobili secondo turni settimanali, pianificati almeno fino al 2025, ed erano anche tenute a offrire prestazioni sessuali gratuite ai due padroni di casa.
Una delle ragazze, che si era rifiutata, è stata minacciata: se non avesse acconsentito a concedersi gratis, sarebbe stata allontanata dall’abitazione e non avrebbe più potuto lavorare.
Oltre agli immobili trasformati in case d’appuntamento, i carabinieri hanno sequestrato anche 28.350 euro.
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