Sono tre i posti medici avanzati allestiti come ospedali da campo che Anpas Sicilia ha già montato all’ospedale Cervello e all’ospedale Civico di Palermo e all’ospedale di Partinico.
L’attivazione per il primo posto medico avanzato è arrivata alle 21:30 del 5 gennaio da parte della centrale 118 di Palermo e l’ospedale da campo è riuscito a fare da filtro tra le ambulanze in fila e la struttura ospedaliera.
Ieri mattina la richiesta di un ulteriore presidio al Civico e a Partinico. “I volontari e le volontarie Anpas sono impegnate da due anni a fronteggiare la pandemia, presenti in tutte gli hub vaccinali da Palermo a Siracusa, attivi con l’eccedenza – urgenza 118 e oggi anche con gli ospedali da campo – fa sapere il presidente regionale Lorenzo Colaleo -. Ieri, grazie al posto medico avanzato, siamo riusciti a dare una sistemazione a pazienti che erano in ambulanza da circa dieci ore. L’aumento dei contagi nell’isola sta mettendo a dura prova il sistema sanitario e ieri ne abbiamo avuto la prova ma la forza del volontariato organizzato e professionale, al fianco delle strutture ospedaliere e dell’assessorato alla salute, è riuscito a dare una risposta a chi ne aveva bisogno”.
Anpas Sicilia fino a febbraio 2021 ha gestito anche delle postazioni 118 fisse, poi soppresse dall’assessorato alla salute, ma ha continuato a dare il suo apporto grazie all’eccedenza – urgenza soprattutto nelle città di Palermo e Catania.
“I volontari e le volontarie Anpas si formano e si aggiornano periodicamente, adesso però chiediamo una maggiore attenzione alle pubbliche assistenze che vengono spesso chiamate a risolvere i momenti di criticità e poi dimenticate” conclude Colaleo.
“Queste ulteriori misure – dichiara il commissario Covid di Palermo, Renato Costa – permetteranno di affrontare i prossimi giorni con maggiore serenità, in attesa del raggiungimento del picco, che ci auguriamo possa essere tra circa due settimane. Per fortuna, però, va detto che la condizione epidemiologica è migliore rispetto al passato: abbiamo un minor numero di morti, le terapie intensive non sono sotto pressione come l’anno scorso, la percentuale di vaccinati ci sta aiutando. In conclusione: abbiamo buone prospettive per superare questo momento”.
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