Arrestato dai poliziotti della Squadra mobile di Palermo e della Sezione Investigativa dello Sco Gaetano Savoca, ritenuto l’erede di Michele Greco, il “Papa di Ciaculli”, accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, a capo delle famiglie mafiose che compongono il mandamento di Brancaccio. Guidava gli affari della storiche cosche su pizzo e droga, ma avrebbe pilotato anche le assunzioni in una cooperativa attiva nei cantieri delle ferrovie.
L’operazione della polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, si inserisce, viene spiegato, nella “costante pressione investigativa”, esercitata su Ciaculli-Brancaccio, storico mandamento di Cosa nostra. Già lo scorso 3 marzo erano state eseguite 8 misure in carcere nei confronti di affiliati del clan, per associazione di stampo mafioso, estorsione aggravata, traffico di stupefacenti e detenzione illegali di armi.
Savoca, 57 anni, con alle spalle tre condanne per associazione mafiosa e ora destinatario di una nuova misura cautelare in carcere, durante riservatissime riunioni ed incontri programmati con altri, soprattutto per programmare e gestire le estorsioni e il traffico di stupefacenti, impartiva disposizioni e direttive. E’ emersa la capacità gestionale, nella qualità di vertice del mandamento, dell’indagato esercitata mediante la composizioni dei dissidi e nel dirimere i contrasti per il sostentamento economico ai detenuti, nonché nel condizionamento delle assunzioni di personale presso una cooperativa attiva nei cantieri delle ferrovie. Il contesto si inquadra, peraltro, nei gravi fatti di sangue avvenuti il 26 febbraio scorso in occasione dell’omicidio di Giancarlo Romano, in forte ascesa nella famiglia di Corso dei Mille, e il ferimento di un altor uomo con il conseguente fermo di indiziato di delitto di due indagati.
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