Nella notte non ci sono state evoluzioni sullo stato di salute di Matteo Messina Denaro, da ieri in coma irreversibile e non più alimentato: ha rifiutato l’accanimento terapeutico. Le sue condizioni, già gravi a causa dell’avanzare del tumore al colon allo stadio terminale, sono ulteriormente precipitate ieri dopo che giovedì aveva avuto un grave sanguinamento con successivo collasso. Al capezzale la nipote e legale, Lorenza Guttadauro e la giovane figlia Lorenza, riconosciuta solo recentemente e incontrata per la prima volta nel carcere dell’Aquila.
L’ex padrino, 61 anni, che lo scorso 17 gennaio era stato trasferito nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila subito dopo l’arresto, è ricoverato nel reparto dei detenuti del nosocomio, ultimo passaggio di un percorso travagliato: prima era stato sottoposto alle cure di carattere oncologico in carcere, poi, dall’8 agosto, due ricoveri in serie, per problemi di natura urologica e infine per un intervento chirurgico all’intestino, a cui era seguita una lunga degenza nel reparto di terapia intensiva. Infine lo spostamento nell’ala riservata ai detenuti.
Pur in un clima di strettissimo riserbo, da giorni si susseguivano indiscrezioni sul peggioramento del suo stato di salute, tanto che era stata sospesa anche la chemioterapia. I medici negli ultimi tempi si sono concentrati soprattutto sulla gestione del dolore. Le visite dei pochi familiari ammessi le scorse settimane sono state sospese.
Messina Denaro, però, ha potuto riconoscere la figlia Lorenza Alagna, avuta durante la latitanza e le ha dato il suo cognome. Non ci sono stati, però, incontri tra i due in ospedale perché il boss avrebbe preferito non farsi vedere dalla figlia in gravi condizioni. Imponenti le misure di sicurezza fuori l’ospedale del capoluogo di regione, compresa una unità dell’Esercito.
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