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In Sicilia 5 spiagge contaminate da batteri fecali: esposto-denuncia a quattro Procure

Sotto accusa è soprattutto il sistema di depurazione

La grave situazione che riguarda alcuni tratti di mare siciliano interessati da una forte contaminazione di batteri fecali, con la presenza di escherichia coli ed enterococchi intestinali in concentrazioni assai elevate e superiori rispetto ai limiti di legge, con gravi rischi per la salute dei bagnanti, ha spinto il Codacons alla presentazione di un esposto-denuncia a quattro Procure Siciliane. Sotto accusa è soprattutto il sistema di depurazione.

Secondo analisi di campioni di acqua marina effettuate nei giorni scorsi, da Goletta Verde di Legambiente, in diverse tratte di mare in Sicilia, infatti, si evidenziano in pessimo stato il mare di Aci Trezza, il mare alla foce del torrente Clachea a Carini ma anche e la spiaggia la Praiola a Terrasini, entrambe non lontane da Palermo. Risultano inquinatissime anche la spiaggia presso lo scarico del depuratore a Castelvetrano, in provincia di Trapani e la spiaggia presso la foce del torrente Macchia, nel comune di Mascali. In tutte queste aree ci sarebbe una concentrazione di batteri fecali più del doppio del limite stabilito dalla legge.

In altri casi è stata rilevata la presenza oltre i limiti di uno dei due batteri. Succede a Cefalù, nella spiaggia di fronte al canale di piazza Marina, ma anche e alla foce del torrente Nocella a Terrasini, sempre in provincia di Palermo. Inquinato anche il lungomare Dante Aligheri di fronte all’oasi ecologica a Trapani, cosi come le foci del fiume Naro ad Agrigento e del fiume Palma nella vicina Palma di Montechiaro.

Il Codacons, attraverso l’Avv. Carmelo Sardella, Dirigente dell’Ufficio Legale Regionale dell’Associazione, oltre ad interessare le Procure della Repubblica di Catania, Palermo, Trapani ed Agrigento per accertare le eventuali responsabilità per l’inquinamento ambientale, chiede ai sindaci dei Comuni interessati che venga disposto immediatamente con apposite ordinanze il divieto di balneazione temporaneo nelle spiagge interessate dal grave inquinamento, informando i bagnanti con apposita segnaletica, nonchè un maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine per l’effettivo rispetto dei divieti di balneazione.

Il Codacons chiede, inoltre, l’intervento delle ASP competenti, nonché dell’Arpa al fine di procedere con nuovi campionamenti per verificare il rientro dei parametri nei limiti di legge.


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