Rientrate nella notte le situazioni di emergenza della giornata di ieri sul fronte incendi, in Sicilia sono al momento attivi 41 fronti, per nessuno dei quali, allo stato, è necessario l’intervento dei mezzi aerei. I roghi divampano in tutte le province, ma sembrano sotto controllo da parte dei mezzi e delle squadre che operano da terra di Protezione civile, vigili del fuoco e corpo forestale. Nella giornata di domenica i mezzi aerei sono intervenuti su tre versanti, ma quello più impegnativo, che ha fatto scattare il dispositivo interfaccio per i pericoli per abitazioni, infrastrutture e popolazione, è stato ad Aidone (Enna). Dai primi dati della Protezione civile regionale emerge che l’estensione complessiva delle superfici percorse da fiamme è inferiore rispetto a quella registrata lo scorso anno nello stesso periodo.
In Sicilia la campagna di prevenzione degli incendi è al palo. Solo il 50 % dei viali parafuoco è stato completato e le dotazioni strumentali sono sempre più esigue e obsolete. Il rischio che si ripetano le devastazioni dell’anno scorso è concreto e tangibile. A lanciare l’allarme sono il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio e il segretario generale della Fai Cisl Sicilia, Adolfo Scotti che già nei mesi scorsi avevano ribadito la necessità di programmare per tempo tutti gli interventi necessari. “Continuiamo a ripetere che non si può far partire a ridosso dell’estate la campagna di prevenzione – aggiungono – e che il personale va messo nelle condizioni di lavorare in sicurezza e con mezzi adeguati. Invece, nonostante gli sforzi degli assessorati regionali all’Agricoltura e al territorio, anche quest’anno la situazione è rimasta la stessa, come dimostrano le cronache di questi giorni”.
La Cisl e la Fai Cisl sottolineano il ruolo indispensabile svolto dai lavoratori. “Prima di criticare, si immagini – commentano – cosa significhi affrontare un incendio con le temperature di questi giorni e con attrezzature vecchie e mal ridotte. La verità è che questi lavoratori ogni giorno rischiano concretamente la vita”.“Siamo stati inondati di parole e di promesse sulla campagna antincendi, rivelatesi ancora una volta vane – affermano Cappuccio e Scotti – l’auspicio è che almeno non si piangano oggi lacrime di coccodrillo, perché quanto sta avvenendo era stato da noi ampiamente previsto e da tempo comunicato”.
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