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Inchiesta all’Ast: ragioniere generale ascoltato in Regione: “Anomalie legate a personale”

"Ci sono aspetti gestionali che vanno approfonditi, anche legati ai bilanci e nei confronti degli organi di gestione e del direttore che in qualche modo era un po' il regista di queste vicende: noi ci stiamo attivando"

“Alla luce delle indagini in corso, e sulla scorta dell’ordinanza che abbiamo acquisito, stiamo facendo degli approfondimenti su Ast perché emergono delle anomalie legate anche alle quantità di personale a cui si è fatto ricorso. Ci sono aspetti gestionali che vanno approfonditi, anche legati ai bilanci e nei confronti degli organi di gestione e del direttore che in qualche modo era un po’ il regista di queste vicende: noi ci stiamo attivando”. Così il ragioniere generale della Regione Ignazio Tozzo, ascoltato in commissione Antimafia, presieduta da Claudio Fava, nel corso dell’istruttoria per fare luce sull’attività di controllo delle partecipate da parte della Regione, dopo l’inchiesta che ha travolto l’Ast. “Non facciamo un controllo su singoli atti gestionali, sarebbe materialmente impossibile e poi le società hanno i loro organi di controllo”, ha proseguito Tozzo, incalzato da Fava che domandava se, in assenza di un intervento della magistratura, gli uffici della Regione siano in possesso degli strumenti per verificare la corrispondenza tra le richieste della partecipata e il personale fornito poi dalla società interinale. “Periodicamente ci inviano degli atti e da questi noi desumiamo alcuni elementi”: ad esempio nel caso di Ast “a noi risulta che il ricorso al lavoro interinale veniva utilizzato esclusivamente per autisti e per addetto all’officina”.

Dopo lo scandalo scoppiato con le intercettazioni, “abbiamo richiesto informazioni e chiarimenti da parte dell’attuale management – ha ammesso Tozzo -, se effettivamente ci sono delle ridondanze rispetto a lavoro interinale e se intendono assumere provvedimenti. Dalla lettura dell’ordinanza, è emerso che loro vedessero nella Regione ‘un ostacolo su tutto’, quindi evidentemente un lavoro di interdizione rispetto a quello che erano le attività che loro più o meno fraudolentemente mettevano in essere, la regione l’ha compiuto bloccando una serie di operazioni”. Ma per andare in fondo, “servirebbe più personale regionale – ha lamentato ancora Tozzo -. L’ufficio delle società partecipate è composto da quattro funzionari e il dirigente doveva controllare tutte le partecipazioni regionali è andato in pensione: non c’è un ufficio ispettivo”.

Per il ragioniere generale manca quindi “un controllo univoco: se non acquisiamo direttamente le carte negli uffici delle partecipate, alla fine le società mostreranno ciò che vogliono. E se il collegio sindacale o il revisore legale, come in questo caso, non solleva delle osservazioni, noi non siamo in grado di penetrare negli archivi negli uffici. Abbiamo proposto due volte al Parlamento siciliano una norma che prevedeva la costituzione di un collegio ispettivo, sia per le società partecipate sia per enti pubblici, ma l’Aula l’ha bocciato. Ora, visto le carenze di organico, la riproporremo nella legge di stabilità sperando di avere più fortuna”, ha concluso.

“Più passano i giorni e più si scoperchiano nuovi dettagli sulla gestione opaca dell’AST. Parrebbe infatti che la documentazione relativa al piano operativo strategico, a detta degli auditi, non fosse completa e priva dei dettagli dell’operazione Ali Sicilia. Se così fosse, la Regione avrebbe avuto la facoltà di revocare il Cda”.

A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci al termine della Commissione Antimafia dell’ARS nella quale è stato audito il ragioniere generale dell’Ast. “Inoltre – aggiunge la deputata – si verifichi che i due anni di corresponsione indennità al direttore generale Fiduccia, già in pensione, non configurino un danno erariale. Per questo motivo ho chiesto al Presidente della Commissione Antimafia Claudio Fava che il verbale dell’audizione odierna venga trasmesso alla Corte dei Conti” conclude Schillaci.


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