Uomini della Guardia di finanza hanno acquisito oggi nella sede del Parlamento siciliano, l’Assemblea regionale siciliana, documentazione inerente l’uso dell’auto blu da parte dei deputati e degli ex presidenti dell’Ars. L’accertamento, deciso dalla procura di Palermo, è relativo all’inchiesta sul giro di droga tra i Vip che ha portato, la settimana scorsa, a tre arresti e all’applicazione di misure interdittive personali a carico di altre tre persone. Fra i consumatori della cocaina che sarebbe stata ceduta dallo chef di Villa Zito, Mario Di Ferro (ai domiciliari) ci sarebbe anche l’ex numero uno dell’assemblea di Sala d’Ercole, Gianfranco Miccichè, che sarebbe andato personalmente a ritirarla utilizzando appunto, secondo chi indaga, l’auto di servizio che tocca agli ex presidenti, a condizione che siano ancora deputati regionali. Norma introdotta e voluta dallo stesso Miccichè poco prima di lasciare l’incarico, oggi ricoperto da Gaetano Galvagno.
L’ipotesi da verificare è quella di un peculato d’uso dell’auto. Miccichè non sarebbe indagato nemmeno in questo caso: non lo è infatti nemmeno nel caso dell’acquisto di droga, in quanto (ritenuto) consumatore, circostanza da lui negata. Oggetto dell’accertamento è il tipo di assegnazione dell’auto blu, con o senza limiti: nel secondo caso gli spostamenti per fini privati (per andare a Villa Zito, non importa se per comprare droga o svolgere altre attività) non sarebbero punibili. Occorre anche verificare l’eventuale danno alle casse pubbliche, derivante da questi spostamenti. Di Ferro sarà sentito giovedì dal Gip che ne ha ordinato l’arresto. Già ascoltati sabato i fratelli Gioacchino e Salvatore Salamone, indicati come fornitori di droga e rinchiusi in carcere: entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere
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