fbpx

In tendenza

Incidente sul lavoro, dopo nove anni tre condanne

Assolti l'amministratore unico e il coordinatore per la sicurezza

Il giudice monocratico della seconda sezione del Tribunale di Palermo, Elisabetta Villa, ha condannato tre dei cinque imputati del processo per la morte dell’operaio rocciatore Vitale Mastrangelo, caduto da un’altezza di cinquanta metri nel 2015 mentre stava lavorando in un cantiere del cosiddetto “passante ferroviario” del capoluogo siciliano. La pena più alta è toccata all’amministratore unico della Beta Costruzioni Attanasio Di Felice, che ha avuto 4 anni; Roberto Caprioni, preposto della società a Palermo, tre anni e sei mesi; Pietro Russo, capocantiere della Sis scpa, due anni. Assolti l’amministratore unico e il coordinatore per la sicurezza della Sis, Francesco Ferrante (avvocati Giuseppe Mosca e Roberto D’Agostino) e Pietro Aquila, difeso dagli avvocati Vincenzo Lo Re e Filippo Scalzo.

Il giudice, che ha applicato la prescrizione per alcuni dei reati contestati, ha sospeso i tre condannati dall’esercizio dell’attività di impresa per un periodo pari alle pene e ha ordinato la sospensione solo per Russo. Ordinato anche il risarcimento dei danni in favore delle parti civili costituite, 100 mila per la vedova di Mastrangelo, 40 mila ciascuno per le due figlie minorenni, per la madre e il padre della vittima, assistiti dallo studio Gi Esse risarcimenti. Il 4 giugno 2015 Vitale Mastrangelo, che aveva 35 anni, stava lavorando a cinquanta metri di altezza nella borgata di Tommaso Natale, per la posa di alcune reti metalliche paramassi nella cava Impiso: un’operazione propedeutica alla prosecuzione dei lavori della linea ferroviaria che collega Palermo con l’aeroporto Falcone e Borsellino, appaltati da Rfi. Mastrangelo era in servizio per la Beta Costruzioni di Teramo in un cantiere della Sis e, secondo quanto emerso a conclusione delle indagini e del processo, non sarebbe stato formato allo svolgimento di quei compiti delicati e pericolosi, lavorava a 50 metri di altezza in assenza di controlli e assistenza da parte di soggetti qualificati. E infine non avrebbe avuto a disposizione strumenti individuali forniti dall’azienda, dovendo invece utilizzare i propri.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni