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Inflazione e caro energia, Confcommercio Sicilia scrive ai prefetti dell’Isola: “6.500 imprese a rischio”

Dopo il periodo pandemico, che ha già messo a dura prova le stesse attività, la nostra economia sta ora rischiando un disastro economico e occupazionale senza precedenti

“Doveva essere l’estate della ripartenza. Si sta tramutando nella stagione del de profundis per molte piccole e medie imprese siciliane. A causa dell’inflazione e del caro energia, sono a rischio, solo nella nostra isola, 6.500 imprese oltre a circa 19mila posti di lavoro. È un disastro”. Così il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, dopo che, ieri mattina, la federazione ha inviato una lettera ai nove prefetti siciliani e al commissario straordinario dello Stato. “Le attività, che hanno bisogno di molta energia per funzionare – è scritto nel documento – stanno operando a regime ridotto per mantenere la sostenibilità dei costi. Una situazione niente affatto semplice che determinerà ripercussioni economiche importanti. Dopo il periodo pandemico, che ha già messo a dura prova le stesse attività, la nostra economia sta ora rischiando un disastro economico e occupazionale senza precedenti”.

Ecco perché Confcommercio Sicilia ha chiesto ai nove prefetti e al commissario dello Stato di convocare, ciascuno per le proprie competenze e le proprie aree territoriali, un tavolo di confronto con tutti gli attori interessati. “È questo, tra l’altro – puntualizza Manenti – un periodo in cui la politica, a tutti i livelli, risulta essere impegnata in campagna elettorale. Quindi, chiediamo ai rappresentanti del Governo sul territorio di studiare eventuali soluzioni per venire incontro ai piccoli e medi imprenditori che, purtroppo, a questo punto, non hanno più alcuna prospettiva per il futuro”.


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