fbpx

In tendenza

Insularità, ok del Senato alla modifica della Costituzione: 207 sì per il disegno di legge

Mumumeci: "si verrà a eliminare un’ingiustizia che dura da quasi ottant’anni"

L’Aula del Senato, con 207 voti favorevoli e nessun contrario, ha approvato il disegno di legge per la modifica dell’articolo 119 della Costituzione, “concernente il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità”. Il testo, già approvato in prima deliberazione dal Senato e in prima deliberazione, senza modificazioni, dalla Camera, torna a Montecitorio per il via libera definitivo.

Esprimo sincera soddisfazione per il voto unanime espresso dal Senato sul disegno di legge costituzionale per il riconoscimento delle condizioni e dei limiti dell’insularità” dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, commentando il via libera da Palazzo Madama. “Con il riconoscimento dell’insularità – conclude Musumeci – si verrà a eliminare un’ingiustizia che dura da quasi ottant’anni”.

L’unanimità del Senato sul disegno di Legge costituzionale per il riconoscimento delle condizioni e dei limiti dell’insularità, è il segnale della giusta e doverosa assunzione di responsabilità del legislatore nei confronti dei cittadini che vivono nelle nostre isole”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia ed ex presidente del Senato Renato Schifani. “Ancora oggi l’Italia è attraversata da grandi e profonde disuguaglianze di cui le isole subiscono, probabilmente, le conseguenze più pesanti. Ci auguriamo perciò che l’ultima lettura del testo alla Camera avvenga in tempi rapidi, così da rendere effettivo quel cambiamento che è presupposto necessario per sanare ritardi e gap, innanzitutto infrastrutturali, che gravano come macigni sulla vivibilità e sulla competitività delle isole”, conclude.

“Il voto di oggi del Senato al ddl sul riconoscimento degli svantaggi derivanti dall’insularità è un deciso passo avanti per la modifica della Costituzione. La procedura di riforma prevede ora l’ultima votazione, in seconda lettura della Camera, ma ormai possiamo parlare di risultato raggiunto. Per la Sicilia si tratta di un plafond aggiuntivo di ben sette miliardi di euro che potranno essere riconosciuti alla Regione affinché i cittadini non subiscano più condizioni sfavorevoli”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana. “Ogni cittadino siciliano – aggiunge – paga un costo, in termini assoluti, di 1.300 euro in più all’anno rispetto ai cittadini residenti nelle regioni continentali. Questo gap comporta svantaggi in settori come trasporti, sanità, importazioni, imprese, energia e istruzione. Sono fiera di aver messo la prima firma al ddl voto che oggi ha avuto il terzo voto favorevole. In seno all’Assemblea regionale siciliana ho spinto perché questa norma arrivasse subito all’attenzione del Parlamento che è l’unico preposto alle modifiche costituzionali. Voglio ricordare come la necessità di rimediare a questa forte disparità tra regioni sia stata un obbligo morale dopo la riforma del titolo V della Costituzione Italiane del 2001 che ha colpito in modo infausto Sicilia e Sardegna”.

“Oggi poniamo rimedio a un errore compiuto nel 2001 con la riforma del Titolo V, quando ci si dimenticò di quei cittadini italiani costretti a una disparità sociale derivante dal territorio in cui vivono. Con il disegno di legge costituzionale d’iniziativa popolare che approviamo, si corregge questa disuguaglianza, almeno sul piano normativo, assicurando agli abitanti di quei territori il sostegno della Repubblica per promuovere le misure necessarie a ridurre gli svantaggi con cui convivono ogni giorno”. Lo ha detto il senatore siciliano del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste nella discussione generale sul disegno di legge costituzionale per il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità. “Va ricordato che l’Italia – ha aggiunto – dopo la Brexit, è divenuto il primo Paese europeo per numero di cittadini insulari: sono oltre 6,6 milioni di abitanti, il 12% circa della popolazione italiana, sugli oltre 17 milioni di insulari europei. Anche in virtù di un dato così sostanziale, è necessario porre la condizione di insularità tra le priorità delle politiche pubbliche. La discontinuità territoriale determina una vera e propria tassa occulta per i cittadini e per le imprese siciliane, quantificata in circa 6 miliardi annui. Dobbiamo considerare questo passaggio parlamentare come il primo atto di un percorso diretto a ridurre e poi annullare gli svantaggi che gravano su chi vive e lavora nelle isole”.

“Con il primo voto in seconda deliberazione all’unanimità da parte del Senato, manca solo l’ultimo passaggio alla Camera prima della definitiva approvazione del disegno costituzionale che introduce in Costituzione il tema dello svantaggio derivante dalla condizione di insularità. Quello di riconoscere che l’insularità rappresenta uno svantaggio è un principio importantissimo che finalmente potrà presto tornare di rango costituzionale”. Lo afferma il senatore del Movimento 5 Stelle, Vincenzo Maurizio Santangelo. “Erano stati proprio i nostri Padri Costituenti a prevedere che lo Stato si impegnasse nella valorizzazione del Mezzogiorno e delle Isole per mezzo dell’assegnazione di contributi speciali. Un principio – ricorda – eliminato dalla assurda riforma del Titolo Quinto della Costituzione del 2001. Quando parliamo di Isole, è facile pensare a Sicilia e Sardegna, ma in Italia ci sono più di 800 isole, di cui circa 80 abitate. Ognuna di queste presenta proprie peculiarità e caratteristiche comuni che meritano di essere tenute in massima considerazione per preservare e sostenere le comunità che le vivono. Mi aspetto che l’approvazione di questa riforma costituzionale non sia soltanto l’affermazione di un principio, ma l’inizio di un percorso di inclusione volto a valorizzare e sostenere tutte le Isole nella loro unicità“, conclude Santangelo.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni