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La Diocesi di Palermo: “Mai esclusa la bambina autistica”

Lo afferma l'Ufficio per la Catechesi dell'Arcidiocesi di Palermo, dopo quanto scritto da alcuni quotidiani

“Apprendiamo con rammarico da alcuni articoli comparsi sulla stampa, della vicenda che ha interessato una famiglia che ha richiesto per la sua bambina di sette anni, affetta da sindrome da spettro autistico, di frequentare il percorso di catechesi presso la parrocchia di Sant’Oliva. Al di là della questione dell’appartenenza o meno alla nostra diocesi, vogliamo innanzitutto rassicurare la famiglia che la piccola sarà sempre ben accetta e, con l’eventuale nulla osta del parroco proprio, potrà frequentare il percorso di catechesi come tutti gli altri bambini, ivi compresi i tanti piccoli con bisogni educativi speciali che sono parte integrante di molte comunità parrocchiali”. Lo afferma l’Ufficio per la Catechesi dell’Arcidiocesi di Palermo, dopo quanto scritto da alcuni quotidiani.

La Chiesa di Palermo, viene spiegato, “ha da molto tempo un’attenzione particolare per i più fragili sia con il servizio pastorale per le persone con disabilità, sia con il settore per la catechesi inclusiva dell’ufficio catechistico. Già dal 2017, poi nel 2019 e, ultimamente, nello scorso aprile, si sono svolti seminari di formazione, guidati da docenti universitari e vari professionisti, per catechisti inclusivi, al fine di imparare metodi e linguaggi adatti nell’ottica della predisposizione di quello che abbiamo chiamato Peci, ossia Progetto educativo per la catechesi inclusiva. E’ molto importante, infatti, che questi bambini siano accolti da persone ben preparate, capaci di aiutare loro e le comunità stesse a vivere percorsi realmente inclusivi. Si tratta di uomini e donne che offrono il loro tempo gratuitamente, attualmente sono circa 120 per tutta la diocesi”. Tanti, ma non abbastanza per tutte le parrocchie “e per questo sarebbe importante investire di più su questa formazione specifica”. D’altra parte i parroci che sono in difficoltà, sanno di poter chiedere supporto all’ufficio catechistico: “Nessuno più delle famiglie e delle associazioni che si battono per l’inclusione, sa quanto sia difficile questo percorso di sensibilizzazione e di formazione capillare e quanto tempo e impegno richieda. Per questo continuiamo ad essere disponibili a collaborare con loro e con tutte le Istituzioni, a beneficio delle membra più fragili del corpo sociale ed ecclesiale”.


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