La speculazione immobiliare di Cosa nostra per finanziare la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Un complesso agricolo, acquistato all’asta da un soggetto compiacente a un valore significativamente inferiore rispetto a quello di mercato, è stato poi rivenduto con una importante maggiorazione di prezzo, parte della quale – non dichiarata negli atti di vendita – sarebbe stata destinata al mantenimento della latitanza del defunto capomafia di Castelvetrano, arrestato a Palermo il 16 gennaio dopo una latitanza trentennale.
La Direzione investigativa antimafia ha dato adesso esecuzione al decreto di confisca emesso dalla Corte d’appello di Palermo nei confronti di tre imprenditori palermitani, attivi nel comparto agricolo. Il provvedimento ha riguardato una azienda del settore, con sede a San Giuseppe Jato, costituita da 15 immobili e da un terreno di oltre 60 ettari, del valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro. Gli accertamenti della Dia hanno infatti permesso di ricostruire le dinamiche sottese alla vendita di tale compendio aziendale, che è stata oggetto di speculazione immobiliare ad opera di Cosa nostra, avvalendosi anche delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.
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