“I mercati e la concorrenza non sono né morali né immorali di per sé stessi. Ma è doverosa una regolamentazione, per correggere i fallimenti del mercato o le sue distorsioni. Le scienze sociali ed economiche si trovano davanti delle sfide, delle vere e proprie bombe ad orologeria, come il riscaldamento globale, il futuro del lavoro, le disuguaglianze, il debito, la cooperazione internazionale. E l’unica chiave di decifrazione di queste realtà è il bene comune”.
Sono le conclusioni dell’appassionata lectio magistralis che il premio Nobel per l’Economia nel 2014, Jean Tirole, ha tenuto ieri mattina nell’aula magna del dipartimento di Economia Impresa, su invito del direttore del Dei Roberto Cellini e del docente Francesco Drago, ordinario di Economia politica nel dipartimento di Palazzo delle Scienze.
Tirole, direttore della Toulouse School of Economics, è uno tra i principali economisti al mondo.
La motivazione ufficiale con cui gli è stato assegnato il Premio Nobel recita “per la sua analisi del potere di mercato e della regolazione”, ma i suoi contributi scientifici hanno rivoluzionato e ridefinito molti campi dell’economia: la teoria dell’organizzazione industriale, la teoria degli incentivi, la teoria della corporate finance e l’analisi dei mercati bancari e finanziari.
Il suo nome arricchisce il prestigioso elenco dei Premi Nobel che sono stati ospiti dell’ateneo catanese di recente: tra questi, Rita Levi Montalcini, Jean-Marie Lehn, John Ernest Walker, Mario Renato Capecchi.
“Siamo veramente onorati di ospitarlo e di ascoltare ciò che ha da trasmetterci – ha detto il rettore Francesco Priolo, consegnandogli una medaglia celebrativa con il sigillo dell’ateneo catanese –. Dopo la terribile pandemia e di fronte alle atrocità del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, con le possibili ricadute in termini di problemi economici e di disoccupazione, tutti noi dobbiamo interrogarci su come promuovere il bene comune, e saper cogliere questa grande sfida, trasformando le difficoltà in opportunità per realizzare grandi cambiamenti”.
“Ringraziamo il prof. Tirole per la sua disponibilità a incontrare la nostra comunità accademica e i nostri studenti – ha aggiunto il prof. Cellini -. I suoi libri sono stati testi fondamentali per la nostra formazione, e i suoi contributi scientifici hanno ancora oggi un impatto rilevante per comprendere le dinamiche della società attuale e futura. Dobbiamo perciò farne tesoro come preziosa bussola per le attività di un dipartimento che opera quotidianamente per fornire studi, analisi e ricerche a sostegno delle iniziative e delle decisioni politiche nel nostro territorio”.
“Noi studiosi di economia dobbiamo imparare a rivolgerci a una platea sempre più ampia, non solo alle élite e agli addetti ai lavori – ha detto Tirole, rivolgendosi ai colleghi e, carinamente, anche ai ‘futuri colleghi’, ossia ai numerosi studenti catanesi presenti nell’aula magna di corso Italia -. La scienza economica, in quest’ottica, è una finestra sul mondo, al pari delle scienze morali e filosofiche, che consente di individuare le politiche e le istituzioni che possono promuovere il bene comune affrontando efficacemente le grandi sfide del nostro tempo, mediando tra interessi e comportamenti individuali e interesse generale o addirittura globale, attraverso meccanismi di persuasione o regolamentazione e incentivi. Una buona politica pubblica – ha concluso l’economista francese – richiede la comprensione dello stato moderno, tenendo conto delle percezioni e dei pregiudizi cognitivi, e di ciò che il denaro non potrà mai comprare”.
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