L’afflusso maggiore di accessi in pronto soccorso si riscontra il lunedì nella fascia oraria 08:00-12:00. A renderlo noto l’Agenas, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, che questa mattina ha presentato a Roma ‘I dati sull’accesso in pronto soccorso e gli effetti del potenziamento dell’assistenza territoriale per una migliore presa in carico dei pazienti’.
L’evento si è svolto presso la sede di via Piemonte a Roma e ha visto la presenza del direttore generale dell’Agenzia, Domenico Mantoan, e di rappresentanti del ministero della Salute, Regioni e degli operatori che quotidianamente sono impegnati nell’assistenza ai cittadini e pazienti. Secondo lo studio, confrontando gli accessi con il DM 70/2015 sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, si può affermare che circa il 75% delle strutture di pronto soccorso registrano un numero di accessi al di sotto degli standard, fissato a 20mila accessi annui. In particolare, nel 29% dei casi si individuano meno di 15mila accessi annui. I DEA di primo livello registrano una performance migliore.
Nella classifica di maggiore permanenza in pronto soccorso dei codici gialli, le prime due regioni sono Sicilia e Marche. Le prime per ricambi da ticket di pronto soccorso sono, invece, Veneto ed Emilia-Romagna. Terzultimo, a sorpresa, il Lazio che, nonostante l’elevato numero di pronto soccorsi disponibili, si ferma a circa 67mila ricavi da ticket. “Le cure primarie, secondo l’OMS, dovrebbero essere il primo punto di accesso del cittadino al servizio sanitario nazionale. Oggi, in Italia, il primo punto di accesso è invece diventato il pronto soccorso, con tutti i conseguenti problemi. Parallelamente abbiamo una crisi da parte degli specialisti in medicina d’urgenza e c’è un fenomeno di abbandono” è stata la riflessione del direttore Mantoan.
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